La cerimonia d’apertura dei giochi olimpici francesi e la querelle alzata dalle destre politiche sulla scena che evoca l’ultima cena di Leonardo riproposta secondo loro in chiave sicuramente più colorata e “blasfema” (quanto poi si viene a scoprire che invece il riferimento è assolutamente pagano) non distolgono l’attenzione popolare dalla posizione critica dell’Italia dopo il no alla riconferma di Ursula von der Leyen. Nemmeno la tragedia a Scampia con il crollo che ha fatto 3 vittime, 12 feriti di cui 7 bambini riesce a distogliere l’attenzione o la minaccia da parte di Erdogan di invadere Israele fa passare in secondo piano il tentativo estremo di Giorgia Meloni di mettere una pezza sul suo autogol di non votare Von der Leyen alle Europee scorse. In modo particolare è stata la relazione Ue sulla stato di diritto a scuotere la Premier italiana. Qui si mette sotto accusa la riforma della giustizia firmata da Nordio che potrebbe avere effetti negativi sulle indagini anti corruzione, sul divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia che potrebbe avere “effetto intimidatorio” nei confronti di giornalisti e cronisti, ma soprattutto, a preoccupare maggiormente l’Ue sono le riforme costituzionali che riguardano la separazione delle carriera in magistratura e l’introduzione del Premierato. Una bella gatta da parlare che arriva proprio dopo l’elezione senza consenso italiano di Von der Leyen. Così Meloni, che attualmente si trova addirittura in Cina, decide di scrivere proprio alla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen per… accusare la stampa italiana di “fake news”.
”Il contenuto di questo documento è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano. Qualcuno si è spinto perfino a sostenere che in Italia sarebbe a rischio lo stato di diritto, in particolare con riferimento alla libertà di informazione e al servizio pubblico radiotelevisivo”, scrive la Premier che in questo modo cavalca la strategia degli esponenti di Fratelli d’Italia in Europa che attacca stampa e opposizioni di aver travisato volutamente il contenuto della relazione. “Si tratta quindi di attacchi maldestri e pretestuosi che possono avere presa solo nel desolante contesto di ricorrente utilizzo di fake news che sempre più inquina il dibattito in Europa. Dispiace che neppure la Relazione della Commissione sullo stato di diritto e in particolare sulla libertà di informazione sul servizio pubblico radiotelevisivo sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione”, rincara la dose la presidente del Consiglio.
E a darle man forte alcuni membri di Fratelli d’Italia che siedono in commissione Vigilanza Rai, con un commento con cui ringraziano Giorgia Meloni per avere “smascherato, per l’ennesima volta, il gioco della sinistra “antitaliana”, che “con le sue bugie non si fa scrupoli di danneggiare l’Italia all’estero” pur di screditare la sua presidente del Consiglio. Ma proprio mentre la missiva di Giorgia Meloni viaggia dalla Cina a Bruxelles arriva un nuovo report, quello redatto della Media Freedom Rapid Response che parla di “democrazia indebolita”. “Da quando il governo guidato da Meloni è entrato in carica, la libertà dei media in Italia è stata sottoposta a una crescente pressione, con attacchi senza precedenti e violazioni della libertà di stampa spesso intraprese da esponenti politici nel tentativo di marginalizzare e silenziare le voci critiche” si legge nella conclusione chiave del report ”Silencing the fourth estate: Italy’s democratic drift” (Silenziare il quarto stato: la democrazia in bilico in Italia), secondo il resoconto di Media Freedom Rapid Response.
Così dallo specchio scivoloso su cui ha provato ad arrampicarsi Meloni con la lettera a Von der Leyen, ecco una nuova scivolata verso il basso che pone l’Italia sempre più lontana dagli altri Paesi dell’Ue.
Succede quando agli interessi di una Nazione si sovrappongono quelli personali, come ha fatto Giorgia Meloni nella scelta di non voler riconfermare Von der Leyen, scegliendo di seguire i propri interessi e quelli del proprio partito a discapito di quelli di una intera Nazione e certi interessi purtroppo sono davvero molto cari!
Redazione La Pagina