L’intensa azione militare concentrata nella centrale nucleare mette a rischio di catastrofe: continuo scambio di accuse tra Kiev e Mosca
In questo momento è in atto la visita di controllo per la sicurezza da parte della delegazione dell’Agenzia atomica internazionale che è arrivata ieri a Zaporizhzha occupata dalle truppe russe dal 4 marzo, sebbene sia attualmente gestito da funzionari ucraini. Da qualche giorno, però, l’attività militare della guerra è concentrata proprio nella centrale nucleare di Zaporizhzhia tanto da subire bombardamenti in zone limitrofe mettendo a rischio di grande catastrofe. Tra Russia e Ucraina non mancano i soliti scambi di accuse, infatti secondo Kiev, le forze russe stanno bombardando l’area, mentre secondo il ministero della Difesa russo, sono invece le forze ucraine che stanno bombardando il punto di incontro della missione, nell’area dell’insediamento di Vasilyevka e della centrale nucleare. Questo scambio di accuse è una procedura che dura dall’inizio del conflitto e in questo caso le accuse diventano più incalzanti perché vi è anche la reciproca preoccupazione per il rischio effettivo di un incidente nucleare dalle conseguenze catastrofiche.
Come procedura d’emergenza, nelle mattinate il reattore numero 5 della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato disattivato dal sistema di protezione dopo un attacco di artiglieria russa, secondo quanto riferiscono i media ucraini. Come da prassi, i media russi sostengono che a bombardare l’area sono state le forze ucraine. Energoatom, la società nazionale ucraina per la produzione di energia nucleare, ha riferito che comunque l’altro dei due reattori operativi, il numero 6, continua a fornire energia per le esigenze dell’impianto.
Nel frattempo la delegazione Aiea è in viaggio verso la centrale nucleare che si trova nella città di Energodar, controllata dalle forze russe, nonostante le notizie di intensi bombardamenti. Il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, che guida la missione, ha affermato di essere a conoscenza di “aumento dell’attività militare nell’area”, ma ha assicurato che questo non ostacolerà i piani degli esperti dell’Onu di visitare la struttura e incontrare il suo personale, ne vale per la sicurezza di tutti, si tratta infatti dell’impianto nucleare più grande d’Europa e il terzo al mondo.
Qualsiasi incidente causato dai combattimenti intorno alla centrale di Zaporizhzhia potrebbe provocare una vera e propria catastrofe umanitaria, per questo motivo il direttore generale della Croce Rossa, Robert Mardini, esorta affinché i combattimenti concentrati in quella zona siano interrotti immediatamente: “In caso di fuga di radiazioni, sarà difficile, se non impossibile, fornire aiuti umanitari, ed è per questo che le ostilità devono cessare”, ha detto Mardini in una conferenza stampa durante una visita in Ucraina. “È ora di smettere di giocare con il fuoco – ha aggiunto – e prendere invece misure concrete per proteggere questa struttura e altre simili da qualsiasi operazione militare. Il minimo errore di calcolo può innescare una distruzione di cui ci pentiremo per decenni”.
Redazione La Pagina