Nessun Ufo e nessun extraterrestre nell’Area 51 nel deserto del Nevada
E’ caduto un mistero e un mito. Il mistero è la cosiddetta Area 51, una zona segreta del deserto del Nevada che normalmente non compariva sulle cartine geografiche e che veniva identificata come il luogo inaccessibile dove gli americani tenevano segregati gli alieni, che rappresentavano poi la parte scientifico-mitologica di tutta la questione.
L’Area 51, dunque, esce dal mistero perché gli americani stessi hanno deciso di svelarlo. L’Area 51, a lungo negata, a lungo ipotizzata, esiste per davvero. Il governo americano ha pubblicato i documenti relativi alle attività che vi si svolgevano. Innanzitutto diamo qualche notizia di carattere storico e geografico, che si riduce al luogo esatto e alle sue dimensioni.
All’inizio, cioè durante la seconda guerra mondiale, in quel luogo c’era un piccolo aeroporto costruito nella zona del Groom Lake, un lago prosciugato a circa 130 km a nord-ovest di Las Vegas. Nel 1955, dopo più di dieci anni di inattività, l’Area 51 fu scelta dall’Amministrazione Eisenhower come centro di sperimentazione di nuovi aerei spia contro l’Urss. Allora, non dimentichiamolo, si era in piena guerra fredda. Nacque quindi il Project Aquatone, il piano della Cia e del Pentagono per far fronte alle sfide militari sovietiche. La base, inizialmente di 9,7 km di larghezza per 16 di lunghezza, fu allargata a tal punto che divenne uno spazio di 37 km per 40, dove fu sperimentato il primo prototipo del Lockheed U-2. Naturalmente, prima della sperimentazione la zona fu resa abitabile. In pochi mesi nacque un centro formato da case, scuole, cinema, campi di baseball, caserme, insomma, una vera e propria città in pieno deserto. Dovevano viverci a lungo centinaia e centinaia di persone: militari, tecnici, scienziati, famiglie intere.
L’Area 51 fu talmente indovinata che presto ospitò anche i programmi successivi, quello per l’A-12 Oxcart e il D-21 “Tagboard”, aereo spia senza pilota. Fino ad allora gli aerei spia erano guidati da un pilota, ma il caso Gary Powers, cioè il pilota dell’U-2 abbattuto nei cieli sovietici negli anni Sessanta, fece cambiare programma, appunto con gli aerei senza pilota. Nell’Area 51 venivano sperimentati nuovi aerei, dunque, ma era lì che venivano portati anche gli aerei catturati ai nemici per essere studiati. Ad esempio, il MiG-21 dell’iracheno Munir Redfa scappato in Israele nel 1966. Nel dicembre del 1977 si cominciò a sperimentare un caccia invisibile al radar, l’F-117 Nighthawk, l’antesignano dei drone.
Ora, dunque, tutto è stato reso pubblico, per cui possiamo dire “c’era una volta l’Area 51”. Ma, dicevamo, è caduto anche un mito, alimentato dalla fantasia di giornalisti, scrittori, intellettuali in genere, amanti di gialli e dei misteri. Siccome la zona era inaccessibile, nacque l’idea che celasse segreti inimmaginabili. In fondo era vero, ma si trattava solo di segreti militari. La fantasia degli scrittori, invece, produsse anche il mondo degli alieni. Evidentemente gli aerei volano e quelli in sperimentazione anche, per cui a distanze molto lontane le fotografie riprendevano oggetti che potevano dare l’idea di dischi volanti e quindi dell’Area 51 come prigione di extraterrestri cattivi che erano scesi sulla Terra per colonizzarla. Si sa come vanno queste cose. Giornalisti a caccia di notizie costruiscono un precedente, poi lo corroborano di foto più o meno intriganti, magari fatte in laboratori lontani dall’Area 51. Nel 1947 il pallone sonda della United States Air Force si schiantò al suolo ma gli ufologi lo trasformarono in Ufo. Bastò un video che riprendeva uno strano essere a forma umanoide, magari di plastica, con uomini in camice da chirurgo curvi sull’oggetto, per far pensare ad una sperimentazione su un extraterrestre. Da qui, poi, all’Area 51 come centro d’ascolto e d’incontro tra “marziani” e terrestri il passo fu breve. A fare da ciliegina sulla torta intervennero film e storielle.
Bene, ora che i documenti sono stati resi pubblici, possiamo dire che era tutto inventato: nessuna astronave aliena, nessun marziano ferito o curato per carpire i segreti di civiltà megagalattiche.
Ora l’Area 51 è ritornata ad essere quella che era: una zona geografica nel deserto del Nevada. Gli ufologi, rimasti orfani dell’Area 51, ne stanno cercando un’altra: c’è da scommetterlo, e il guaio è che sicuramente ci riusciranno.