Minivocabolario di Paolo Tebaldi
Parola con molti segnificati: guida, conduzione, comando (di una nave, di altri mezzi di trasporto); cura, sorveglianza (del buon andamento di una casa, di animali soprattutto domestici); gestione, amministrazione (di un’impresa, di un’azienda). L’accezione più interessante si riferisce alla direzione politica e amministrativa di uno Stato, alla definizione delle linee programmatiche finalizzate al bene comune, alla difesa degli interessi generali di una collettività. In particolare, il «governo» è l’organismo che esercita il potere esecutivo, da noi chiamato il Consiglio dei Ministri.
Anticamente la civiltà ellenica, dietro l’insegnamento di Aristotele, produsse tre modelli di governo: la monarchia, l’aristocrazia e la democrazia. La prima era retta da una sola persona, la seconda da una élite ristretta e la terza dalla maggioranza dei cittadini. Non era escluso il «governo misto», grazie al quale collaboravano e si controbilanciavano a vicenda tutte e tre le categorie. Nell’epoca moderna si è affermato lo Stato democratico,dove la differenza tra monarchia e repubblica non presenta la stessa importanza del passato. Si affermano i principi della divisione, dell’equilibrio, del controllo dei poteri istituzionali tali da garantire la sovranità popolare e, nel contempo, la cosiddetta «governabilità».
L’Italia, che è una repubblica parlamentare, ha il privilegio, o meglio il demerito, di aver sperimentato differenti forme di governo: quello dei „quarantacinque giorni“ di P. Badoglio, insediatosi dopo la caduta del fascismo. Nel secondo dopoguerra imperversarono i governi monocolori, guidati dalla DC. Il governo «ombra», composto da esponenti dell’opposizione, avrebbe dovuto, come tentò il PCI, combattere e sconfiggere i conservatori al potere. Il governo di «solidarietà nazionale», con l’appoggio dei comunisti di Berlinguer, artefice del «compromesso storico», fu la risposta al terrorismo, negli anni turbolenti del 1976-78 e cessò con l’assassinio di Aldo Moro. La formula di Centro-Sinistra vide l’ingresso del PSI, a spalleggiare l’inamovibile „Balena Bianca”. Dopo la stagione di «Mani Pulite», si registrò una serie impressionante di governi deboli, eterogenei, «balneari». E poi, via via, governi d’emergenza, tecnici, del Presidente, di programma, sino a giungere all’attuale Esecutivo che conta sulla debole maggioranza imperniata sul PD e il Nuovo Centro Destra di Alfano. Oggi è stato coniato il termine «governo R.» volendo con ciò raffigurare la forte personalità dell’ex sindaco di Firenze che accentra su di sé competenze, funzioni che dovrebbero essere più collegiali. Renzi rappresenta una novità per intraprendenza, coraggio, ambizione illimitata. Premier tra i più giovani d’Europa, intende rinnovare profondamente il Paese, con rottamazioni, chiusure verso ideologie del passato, scarsa propensione al dialogo e alla concertazione con le parti sociali. Abile comunicatore, con promesse definite populiste dagli avversari. Renzi è considerato un capo carismatico, l’uomo della Provvidenza, capace di risollevare le sorti traballanti del „Giardino d’Europa“ debilitato dalla crisi economica, dalla corruzione, dagli egoismi e dai privilegi delle caste e dei ceti più ricchi, dai ritardi e dai costi della politica, dalle incrostazioni burocratiche, dalla disoccupazione, dalla mancanza di investimenti, di un rilancio innovativo della produzione industriale, dalla insufficienza di risorse per la scuola, la ricerca, la sperimentazione scientifica. Contribuirà Renzi con il suo dinamismo e la sua intelligenza a cambiare il volto del Paese, a modernizzarlo, a renderlo il luogo della „bellezza“ e ad assicurare una vita decorosa a centinaia di migliaia di famiglie che non arrivano alla fine del mese? E sarà capace di favorire la trasformazione del PD in organismo di massa, plurale, unitario, democratico, autenticamente riformista, aperto al dissenso, alla critica, al confronto, in grado di accogliere aspirazioni e principi di giustizia sociale e di uguaglianza? Speriamo di non dover demandare ai posteri l’ardua sentenza.