Chi lo immaginava che per fare il “Governo dei migliori” bisognava ripescare i ministri dal passato. Si vede che non ha torto il detto “si stava meglio quando si stava peggio” e che il peggio di allora oggi sembra quasi ridicolo.
Questo viene da pensare considerando la “nuova” squadra di ministri nominata da Mario Draghi, una squadra che non sembra piacere a tanti per vari motivi, ma se il presidente designato, chiamato dal Capo dello Stato a costituire il nuovo Governo, reputa di riuscire a fare un buon lavoro con questi ministri, non ci resta che attendere sperando di dargli ragione. Con i suoi 8 ministri tecnici contro i 15 politici, possiamo subito costatare che non si tratta del Governo tecnico richiesto da Mattarella al momento dell’annuncio. Però anche se i tecnici sono in minor parte, probabilmente hanno più potere dei ministri politici poiché rivestono ruoli determinanti quali Economia (Daniele Franco), Giustizia (Marta Cartabia), Interno (Luciana Lamorgese), Trasporti (Enrico Giovannini) e poi ci sono anche i Ministeri di Innovazione tecnologica e transizione digitale (Vittorio Colao), Università (Cristina Messa), Istruzione (Patrizio Bianchi) e, infine, il tanto chiacchierato Ministero per la Transizione ecologica (Roberto Cingolani). A proposito di questo Ministero, è stato proprio quello che ha convinto l’elevato Grillo e tutti i grillini al seguito, ma, come vediamo, non è andato a nessuno del Movimento. I pentastellati invece si aggiudicano 4 Ministeri, dei quali solo due con portafoglio, uno è la conferma di Di Maio agli Esteri. Tre ministeri con portafoglio vanno al Pd, tre alla Lega (per ora solo uno con portafoglio), tre a FI, uno a Leu (con portafoglio) e uno a Iv. C’è dunque chi parla di un certo equilibrio nella distribuzione dei Ministeri, poiché quelli più determinanti sono tecnici. Ma ci sono diversi punti in cui l’equilibrio si è rotto completamente come i propositi: il Governo Conte Bis è saltato perché non andava più bene e dunque bisognava cambiare, ma ritroviamo 9 ministri del Governo precedente (addirittura 4 ministri rivestono lo stesso ruolo). Questo proposito del cambiamento è mancato dunque, insieme al fatto che non si tratta di un Governo prettamente tecnico come auspicato inizialmente da Mattarella, così come non si tratta neanche di quel “Governo del cambiamento” tanto inseguito anche prima del Governo Conte Bis, come si può facilmente intuire dalla presenza dei tre ministri di FI ripescati dal passato.
Oltre ai propositi che mancano, si rompono gli equilibri. Un equilibrio che manca è quello della rappresentanza geografica dove il nord è fortemente presente con 18 ministri a discapito del sud che conta solo 5 ministri (isole escluse!). Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
Per non parlare delle quote rosa. Inizialmente si diceva che ... Ti piace questo articolo e vuoi continuare a leggerlo?