Tra i primi eventi che a livello svizzero hanno beneficiato degli allentamenti sociali annunciati dal Consiglio Federale la settimana scorsa, troviamo il 74° Axion Swiss Bank – Gran Premio ciclistico Città di Lugano (www.gplugano.ch).
La notizia merita rilievo per un duplice motivo.
Naturalmente, per i meriti degli sportivi dei concorrenti, di cui riferiamo tra breve.
Ma anche per la competenza tecnica degli organizzatori, che in sole settantadue ore dalla pubblicazione dei provvedimenti federali, sono velocemente riusciti ad adattare un evento in origine previsto per la diffusione sui social-media e radio-televisiva, in una occasione di incontro che è riuscito comunque ad attirare la presenza di un pubblico entusiasta e numeroso.
Passando alla cronaca sportiva, la corsa ha segnato la presenza di molti validi corridori, “quasi tutti capitani e pochi gregari”, è stato commentato dalla organizzazione, per un totale di cento trentuno ciclisti, suddivisi in diciotto squadre internazionali.
Nell’elenco degli atleti, e non ce ne vogliano i pur validissimi altri professionisti presenti in gara, troviamo il ventiquattrenne italiano Filippo Ganna, uno dei migliori cronometristi in attività, campione mondiale di inseguimento individuale nel 2016, 2018, 2019 e 2020, ed attuale detentore mondiale del record di specialità.
Al termine dei cento ottantaquattro chilometri totali della gara, suddivisi in otto giri del circuito del percorso, al primo posto è salito il ventisettenne Gianni Moscon, del team Ineos, campione italiano di ciclismo su strada nel 2017-2018 e giovane promessa del ciclismo internazionale; ha tagliato il traguardo in poco meno di cinque ore, per la precisione: 4’53’01.
Al secondo posto è arrivato Valerio Conti del gruppo UAE Team Emirates, che i tifosi ricordano per i suoi piazzamenti nella edizione 2016 della Vuelta, l’equivalente spagnolo del nostro Giro di Italia.
Al terzo rango troviamo infine Ben Hermans della Israel Start-Up.
Infine, è doveroso chiudere questa cronaca segnalando l’ottima prestazione del sardo Fabio Aru, soprannominato dai tifosi il Cavaliere dei Quattro Mori, con evidente omaggio alla sua regione di provenienza.
Vincitore della Vuelta nel 2015, e poi di varie tappe al Tour de France, Giro di Italia ed ancora alla Vuelta nel 2017, Fabio Aru è il quarto professionista nella storia del ciclismo italiano (dopo Vincenzo Nibali, Francesco Moser e Felice Gimondi) ad aver conquistato l’onore di indossare alcune tra le maglie più prestigiose a livello mondiale: la rosa del Giro di Italia, quella gialla del Tour de France e la maglia rossa della Vuelta.
A Lugano, Fabio Aru, che aveva condotto la gara ai primissimi posti per ben sei giri sugli otto previsti dal circuito, nella fase conclusiva è stato ripreso e superato dal gruppo.
di Andrea Grandi