
A questo punto non si potrà più parlare di pace giusta, qualunque forma, disposizione, regole, e proposte abbia, non sarà mai giusta. Perché alla luce dei tre anni di conflitto, iniziato con l’invasione russa, non ci potrà mai più essere una risoluzione che rechi un minimo di giustizia al sacrificio e al dolore di chi ha subito la guerra. Quante perdite, quante vite umane, quanti disastri, quanti dolori non troveranno alcuna giustizia con qualsiasi risoluzione che porti alla fine del confitto. E mentre fino a qualche tempo fa l’Ucraina poteva contare nel sostegno compatto dell’Ue e degli USA, si vede oggi crollare molte delle speranze che lo hanno supportato in questi tre anni di guerra, che Zelensky chiama “tre anni di resistenza”: “Tre anni di gratitudine. Tre anni di assoluto eroismo degli ucraini”, ha scritto, “Ringrazio tutti coloro che difendono e sostengono l’Ucraina”.
In questi tre anni molto dell’assetto politico mondiale è cambiato, soprattutto con l’avvento di Trump alla Casa Bianca, adesso cosa succede?
In questi tre anni molto dell’assetto politico mondiale è cambiato, soprattutto con l’avvento di Trump alla Casa Bianca, adesso cosa succede?
Certamente il Presidente ucraino non si aspetta più il supporto americano incondizionato che gli garantiva Biden, anzi ha subito un grave attacco personale da Trump, supportato da Musk, che prospettano addirittura l’esilio in Francia di Zelensky, in modo che si possano riaprire le elezioni in Ucraina. E in uno scambio a distanza, il Presidente ucraino ha anche accettato di mettersi di lato, ma in cambio l’Ucraina dovrà entrare nella Nato.
Anche in Europa le cose sembrano cambiare notevolmente, in Germania, reduce delle elezioni, l’84% degli elettori (altro che astensionismo) ha scelto l’unione Cdu-Csu guidata da Friedrich Merz che ha vinto con il 28,6% dei voti. E anche se il secondo partito è stato l’Afd, ovvero il partito di ultradestra guidato da Alice Weidel, raddoppiando i propri voti con il 20% delle preferenze, non sarà il partito con cui Merz vorrà coalizzarsi. Il futuro cancelliere tedesco in merito è stato chiaro: “Noi possiamo assicurare una cosa: con il partito che si fa chiamare Alternative für Deutschland (AfD) noi non collaboreremo, né prima, né dopo. Mai”. Nonostante ciò, queste ultime elezioni confermano che il dibattito politico in Europa è totalmente concentrato a destra con tutte le sue le contraddizioni che emergono all’interno della destra europea. Quello che conta in questo delicato momento è che Merz non ha un’idea diversa riguardo al sostegno dell’Ue all’Ucraina e come prima dichiarazione nelle vesti di futuro cancelliere tedesco, manda un messaggio esplicito per l’Ucraina: “Da tre anni ci accompagnano immagini terribili di distruzione e crimini di guerra. L’Europa continua a stare fermamente al fianco dell’Ucraina”.
Così per ora rimane invariato il sostegno dell’Ue a Kiev, tanto che l’Ue continua a considerare Putin il solo responsabile di questo conflitto (in evidente contraddizione con Trump), ha pronto un nuovo pagamento di 3,5 miliardi di euro per l’Ucraina che arriverà già a marzo, la discussione dell’ingresso dell’Ucraina in NATO si fa sempre più pressante e soprattutto è pronto un nuovo pacchetto di sanzioni per la Russia, il 16° dall’inizio della guerra, cosa che non è stata gradita al Cremlino che ha tradotto l’azione a proprio piacimento: con questo nuovo pacchetto di sanzioni, l’Ue ha dichiarato di voler continuare la guerra.
Non si stupisce nessuno di questa narrazione sfalsata, dopotutto se “qualcuno” ha potuto dire che la guerra è iniziata per colpa di Zelensky, la Russia può affermare che la guerra continua per colpa dell’Ue. Pace e verità, insieme a Ue e Ucraina, rimangono le grandi assenti nel tavolo delle trattative di questo conflitto.
Redazione La Pagina