Da qui a settembre Atene deve trovare oltre 10 miliardi di euro per Fmi e Bce
Solo per rimborsare i prestiti del Fondo Monetario Internazionale occorrono circa 3,7 miliardi di euro mentre entro settembre arrivano a scadenza 6,7 miliardi di euro in titoli di Stato acquistati dalla Bce nell’ambito del programma SMP. È evidente che senza un accordo con “il gruppo di Bruxelles”, evoluzione semantica della Troika, la Grecia non potrà disporre delle risorse necessarie a fronteggiare le scadenze. Anche se è stata smentita dai diretti interessati, la scorsa settimana Atene ha provato a sondare il Fmi per una proroga dei pagamenti, richiesta seccamente spedita al mittente.
Dunque entro il 12 maggio Atene deve rimborsare al Fmi oltre 900 milioni di euro. A giugno altre quattro scadenze con l’istituto con sede a Washington per un totale che supera gli 1,5 miliardi di euro. E poi intorno a 1,3 miliardi tra luglio e settembre. Poi ci sono i titoli di Stato che arrivano a scadenza. Quasi 6,7 miliardi di euro sono nel portafoglio Bce e arrivano a maturazione tra luglio e agosto. Altri 5,4 miliardi sono in mano agli investitori, in prevalenza banche greche. Risorse necessarie per gli istituti ellenici che non possono partecipare alle operazioni di rifinanziamento della Bce, ma da Francoforte proprio oggi hanno deciso di allargare il corridoio della liquidità di emergenza alle banche greche da 74 a 75,5 miliardi di euro.
Decisione che conferma la volontà della Bce di garantire il massimo sostegno alle banche della Grecia. Come ha ricordato il vice presidente della Bce, Vitor Constancio, le banche greche sono solventi e non c’è neanche bisogno di utilizzare gli oltre 10 miliardi di euro ancora disponibili nell’ambito del piano di aiuti per la ricapitalizzazione degli istituti di credito. Il 2015 è l’anno cruciale per i destini della Grecia ma anche per quelli dell’area euro. Dal punto di vista finanziario per i greci è l’anno più pesante in termini di rimborsi dei debiti che ammontano a oltre 300 miliardi di euro. Quasi 200 miliardi con i partner euro tra prestiti diretti bilaterali e fondo salva stati (per l’Italia un’esposizione complessiva di 40 miliardi di euro considerando anche la partecipazione ai piani di aiuto per gli altri paesi dell’Eurozona), un residuo di circa 23 miliardi con il Fmi, 26 miliardi con la Bce e circa 70 miliardi con il resto. Ad esempio i pagamenti al Fondo Monetario nel 2016 scenderanno a 2,9 miliardi e 0,8 miliardi nel 2017. Ma oltre a ripagare i prestiti, Atene dovrà fronteggiare esigenze di finanziamento che derivano da entrate inferiori alle stime e dallo stop al piano di privatizzazioni deciso dal governo di Alexis Tsipras. Tra il 2015 e il 2017 la Grecia, secondo diversi studi, dovrebbe trovare 8,5 miliardi dalle mancate privatizzazioni, 13 miliardi per colmare il gap nel funding e quasi 10 miliardi per bilanciare il minore avanzo primario. Scrivere un nuovo programma tra la Grecia ed i partner euro significa staccare un assegno da oltre 75 miliardi di euro.
Nelle trattative con la Grecia “siamo ancora lontano dall’accordo complessivo che è necessario: non ci siamo ancora”, ha affermato il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, nella conferenza stampa durante l’Eurogruppo informale a Riga. “Il nostro messaggio è molto chiaro: bisogna accelerare”. Moscovici ha voluto sottolineare che “sono passati tre mesi da quando si sono svolte le elezioni in Grecia”, quelle che hanno portato alla vittoria di Syriza e alla nascita del nuovo governo guidato da Alexis Tsipras. “Sono stati fatti dei progressi – ha concluso Moscovici – ma certo sono limitati”. Il presidente della Bce Mario Draghi ha invece detto che il canale di finanziamento di emergenza della Bce a favore della banche della Grecia, l’Ela, resterà aperto “fin quando le banche greche saranno solventi e avranno titoli collaterali” da dare in garanzia. Parlando in conferenza stampa nel corso dell’Eurogruppo, Draghi ha anche avvertito che vengono tenuti sotto controllo i continui deflussi dai depositi delle banche e le tensioni sui titoli di Stato greci, che implicano indebolimenti delle garanzie che le banche greche offrono in cambio dei rifinanziamenti della Bce. “Il tempo sta scadendo e la velocità è essenziale”, ha aggiunto Draghi secondo cui bisogna fare progressi su tre fronti: il metodo che dia fiducia, le ulteriori misure di risanamento dei conti pubblici e le riforme.
Alexis Tsipras, a margine del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles come previsto inoltre ha incontrato Angela Merkel, secondo quanto ha riferito il portavoce della cancelliera tedesca, senza fornire dettagli sui contenuti del colloquio. Subito dopo ha chiesto un incontro analogo con il presidente francese Francois Hollande.