Oltre le aspettative la vittoria del voto contrario alla proposta di accordo sul debito
Ci si aspettava, visto anche l’accavallarsi dei sondaggi, un verdetto al fotofinish. E invece è stata netta, chiara oltre ogni aspettativa, la risposta che con il referendum di domenica la Grecia ha dato ai creditori: con il 61,31% dei voti, il “no” chiesto dal governo di Alexis Tsipras ha prevalso oltre ogni aspettativa. Le capitali europee si trovano adesso a dover fare i conti con una situazione ben più grave di quanto molte di loro avessero previsto. Domenica fino a tarda notte nella piazza Syntagma, divenuta simbolo della battaglia greca contro quello che è stato considerato come un ricatto dei creditori, il popolo del No ha festeggiato la vittoria.
E il leader di Syriza, Alexis Tsipras, in un messaggio televisivo, ha parlato di una giornata storica per la Grecia che dimostra che la democrazia non può essere ricattata: “Avete fatto una scelta coraggiosa. Il mandato che mi avete dato non è quello per una rottura con l’Europa, ma un mandato che rafforza la nostra posizione negoziale alla ricerca di una soluzione sostenibile”. Le prime reazioni da Berlino sono state gelide: Angela Merkel non ha parlato, ma al posto suo lo ha fatto il suo vice – e leader socialdemocratico – Sigmar Gabriel, che non ha usato mezzi termini: con il “no” “la Grecia ha bruciato i ponti con l’Europa, è difficile immaginare dei nuovi negoziati” sugli aiuti.
È stato un colpo di scena clamoroso, quello dell’indomani della vittoria dei no, le dimissioni annunciate dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, che ha motivato la decisione con la volontà di aiutare il premier Alexis Tsipras a raggiungere un accordo al tavolo dei negoziati. Varoufakis ha poi scritto sul proprio blog: “Porterò addosso con orgoglio il disgusto dei creditori”.
Il ministro uscente ha quindi sottolineato che “noi della sinistra sappiamo fare gioco di squadra, senza interessarci ai privilegi delle cariche”, per cui “sosterrò appieno il premier Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze e il nostro governo”.
“Lo sforzo sovrumano per rendere onore al coraggioso popolo della Grecia e al famoso OXI (NO) che i greci hanno donato ai democratici di tutto il mondo è solo l’inizio”, ha concluso.
Il nuovo ministro delle Finanze
Si chiama Euclides Tsakalotos il nuovo ministro delle Finanze greco. La conferma, dopo le indiscrezioni successive alle dimissioni di Yanis Varoufakis, giunge dall’emittente greca Skai TV.
Il nuovo ministro delle finanze greco Euclide Tsakalotos aveva già preso il posto di Varoufakis come capo negoziatore con le ‘istituzioni’ creditrici lo scorso aprile: un PhD a Oxford nel 1989, dove si era anche laureato in politica, filosofia ed economia, un master all’università el Sussex, si presenta, e viene descritto, come l’anti Varoufakis, per lo stile riservato, la trasgressione nel vestiario che non va oltre una sciarpa gialla e nera e il velluto d’ordinanza, i toni moderati. Nato a Rotterdam, cresciuto in Gran Bretagna, dove ha anche frequentato l’esclusiva St Paul School di Londra, è tornato in Grecia con la moglie inglese solo nei primi anni Novanta.
Il nuovo ministro ha 55 anni, ha avuto incarichi alle università del Kent e ad Atene, ed è deputato di Syriza dal 2012.
I debiti
Ammonta a 317 miliardi di euro il debito pubblico della Grecia e oltre il 61% non è in mano a banche e investitori ma ai partner euro, in modo diretto e indiretto, e con un costo ben inferiore ai tassi di mercato. Ammontano a 141,8 miliardi di euro i prestiti concessi dall’Efsf alla Grecia con un tasso di interesse che nel secondo programma di aiuti siglato nel 2012 è stato ridotto e il pagamento differito. La durata media dei prestiti è 30 anni con un interesse medio del 2,5%. Quasi 53 miliardi di euro sono i prestiti bilaterali concessi dai partner euro (rientrano nel primo programma di aiuti). Il tasso di interesse è pari a quello sostenuti per finanziari dai singoli paesi dell’Eurozona. Poi ci sono 27 miliardi di euro di titoli di Stato greci acquistati dalla Bce nell’ambito del programma SMP (Securities Markets Program) nel 2010. Il tasso di interesse medio è del 5,1% e oltre 5 miliardi arrivano a scadenza tra luglio e agosto. I prestiti concessi dal Fmi alla Grecia ammontano a 21 miliardi di euro con un tasso di interesse medio del 3,4%. Poi ci sono 36,6 miliardi di euro detenuti da investitori privati e di questi 29,5 miliardi sono i titoli emessi nell’ambito della ristrutturazione del debito greco nel 2012. Su questi bond il tasso di interesse è progressivo, adesso è al 3% e salirà fino al 3,65% nel 2020 e poi dal 2021 si attesterà al 4,3%.
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Askanews