La risposta di Beppe Grillo a Giuseppe Conte non si è fatta aspettare molto e pesa come un duro macigno sul destino del M5s
Come aveva annunciato, lunedì scorso, Giuseppe Conte si è esposto in conferenza stampa per mettere in chiaro la sua posizione e le sue condizioni per vestire i panni di leader politico del Movimento che, per l’ex premier, “da un po’ di mesi sta attraversando alcune difficoltà” perché manca una “leadership forte” e “appare lacerato da contraddizioni, molti nodi si trascinano da anni”. In questi termini Conte si palesa contrario all’idea di Movimento secondo Grillo, per questo, spiega di condividerne i principi, “ma ho elencato alcune ambiguità che possono spiegare la delusione di alcuni elettori e che impediscono le grandi potenzialità di questa forza politica”. Conte invoca al cambiamento poiché per “rilanciare la forza propulsiva e la tensione rivoluzionaria, occorre proiettare lo sguardo in avanti e avere il coraggio di cambiare – ha sottolineato Conte – È la mia posizione, nasce da un ragionamento politico e da una convinzione personale”. Poi, rivolgendosi direttamente a Grillo, Conte precisa che “Beppe sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto, ma non possono esserci ambiguità. Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia” o no. “Sarà sempre il garante” ma deve esserci distanza rispetto alla “filiera politica” e alla “filiera degli organi di controllo”. In poche parole, Conte non sarà mai un semplice “prestanome”, “il Movimento ha bisogno di una leadership politica chiara, forte, solida. Non una diarchia”.
In tutta risposta, Beppe Grillo ha reagito con uno dei suoi soliti post d’effetto e tra “genitore generoso” e “padre padrone” ha scelto di diseredare il figlio a cui aveva affidato la leadership definendolo “incapace”.
“Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco. Vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”. E dopo aver “licenziato” l’ex premier, convoca l’assemblea del gruppo dei deputati M5S per chiedere “al Comitato direttivo” di indicare “qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050. Questo aspettano cittadini, iscritti ed elettori. Una visione chiara di dove vogliamo andare e in che modo. Il perché, il cosa e il come. È sempre stata la nostra forza: consentire a tutti di sapere quale sarà il viaggio e accogliere chi è pronto per una lunga marcia. In alto i cuori!”, ha scritto Grillo. Il colpo di scena è che l’assemblea si terrà sulla piattaforma Rousseau dove si terrà l’elezione del Comitato Direttivo e l’elaborazione un piano di azione”. Ma i primi problemi vengono alla luce attraverso i social e il primo a mettere in discussione la votazione su Rousseau è Vito Crimi, il capo del M5s designato, che scrive un post chiaro: “ Grillo ha indetto la votazione del comitato direttivo impedendo una discussione e una valutazione della proposta di riorganizzazione e di rilancio del MoVimento 5 Stelle alla quale Giuseppe Conte ha lavorato negli ultimi mesi, su richiesta dello stesso Beppe. Pur rientrando fra le sue facoltà indire la votazione, non concordo con la sua decisione. Il voto, tuttavia, non potrà avvenire sulla piattaforma Rousseau, poiché questa è inibita al trattamento dei dati degli iscritti al MoVimento. Inoltre, consentire ciò violerebbe quanto disposto dal Garante della Privacy”. Ma non è solo a livello tecnico, l’obiezione di Crimi va ben oltre, infatti, continua nel post: “Gli avvenimenti di questi giorni, in particolare delle ultime ore, mi inducono ad una profonda riflessione sul mio ruolo nel Comitato di Garanzia e sulla mia permanenza nel MoVimento. Manterrò le mie funzioni per il tempo utile a consentire gli adempimenti necessari allo svolgimento delle prossime consultazioni”.
Redazione La Pagina