Ci mancava di svegliarci con un nuovo terribile attacco, con le scene orribili di bombardamenti, di morti scomposti sparsi per terra, di infami rapimenti, di angherie senza precedenti, il tutto ostentatamente mostrato senza censure: non ci si preoccupa più di apparire nelle vesti degli autori del male, anzi il terrore funziona meglio se diffuso e mostrato. È stato uno scossone duro per tutti, che ci stavamo quasi assopendo nonostante la guerra in Ucraina, l’orrore ci ha destati mettendoci di fronte al “solito peggio”. Quello che sta accadendo tra Israele e Palestina non è facilmente comprensibile, soprattutto per chi vive lontano da queste dinamiche terroristiche e dove – da qualunque parte si guardi – un’azione del genere è sempre un attacco senza limiti alla democrazia e alla civiltà. Altrove non è chiaro che quello che accade tra Israele e Palestina è l’esempio massimo del male, di orrore e di morte, tutto ciò che di più sbagliato può esistere tra uomini, il punto più basso delle barbarie umane che, tra l’altro, si consuma tra persone animate da irrazionali motivi religiosi, il che rende tutto più paradossale. Lo stesso impatto hanno avuto e hanno ancora oggi i meno citati motivi politici, a cominciare dalla creazione di uno Stato che non esisteva e dal conseguente ingabbiamento forzato di due popoli che negli anni sono stati indottrinati all’odio gli uni verso gli altri. Ma anche questo ultimo attacco odora di manipolazioni politiche alte. Gli USA si dicono pronti all’intervento militare. La Russia “osserva con preoccupazione” gli eventi. L’Egitto annuncia che interverrà se verrà attaccato. L’Iran si dice estraneo agli ultimi attacchi, ma se dovesse servire, sono anche loro pronti a dare appoggio…
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha indetto una riunione straordinaria domenica notte sulla situazione israeliana e nella Striscia di Gaza, ma i 15 Stati membri non sono riusciti a trovare una posizione comune, infatti, non è seguita nessuna dichiarazione congiunta. È chiaro che i grandi del mondo non hanno nessuna intenzione di risolvere la questione, a nessuno interessa dei civili che sono le vittime delle atroci dinamiche di guerra. Prima di tutti ad Hamas non interessa la fine del conflitto, tanto che non mostra alcuna esitazione di fronte della risposta dura che è già giunta da Israele; probabilmente non interessa nemmeno ad Israele stesso che, nonostante le efficienti agenzie di intelligence, non è riuscita (apparentemente) a prevedere un attacco di tale portata. Come è possibile?
Cosa arriva a noi, lontani dalle bombe e dalle dinamiche di terrore? Arrivano notizie tremende supportate da immagini atroci. E si scatena la solita squallida tifoseria, mentre chi osserva da così lontano non è in grado di capire che in Medioriente, in questo momento, si potrebbero giocare le sorti della stabilità mondiale attraverso un’altra guerra alla democrazia, al mondo civile, alla pace.
L’attacco iniziale, che ha aperto questo nuovo terribile scenario di guerra, è simbolico: non è un caso che tutto abbia inizio con l’assalto di un rave party, il festival Supernova, dove migliaia di giovani liberi, ballano e si divertono nel deserto, non sono solo israeliani, c’è gente che arriva da tutto il mondo, l’unica cosa che li accomuna è l’essere pacifisti.
È un attacco alla libertà, all’evoluzione generazionale, alla pace. E questi sono valori che interessano tutti.
Redazione La Pagina