Draghi: “L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei”.
Cassis: “Neutralità non significa indifferenza”
Solidarietà all’Ucraina e al Presidente Zelensky
È appena terminata l’informativa alla Camera del Presidente Mario Draghi con un discorso concentrato interamente su quello che sta accadendo sul fronte ucraino. I toni del discorso, gravi e allarmistici, ci proiettano in uno scenario di guerra che non pensavano mai di trovarci di fronte.
“L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili”, ha detto Mario Draghi intervenendo in Aula alla Camera.
“Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città. L’esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl”.
“Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile. La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati”.
“Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato” ha detto con decisione Mario Draghi. “L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei”.
L’Ambasciata Italiana attiva a Kiev
In Ucraina sono presenti circa 2000 connazionali a cui è raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. L’ambasciata italiana in Ucraina presieduta da Pier Francesco Zazo rimane attiva e si rende disponibile per tutti gli italiani in Ucraina per qualsiasi difficoltà. “L’Ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro”, precisa il presidente del Consiglio Draghi, durante l’informativa urgente alla Camera sulla crisi in Ucraina.
Precisazioni sui provvedimenti e sanzioni
Per quanto riguarda i provvedimenti contro le recenti azioni di guerra russe, spiega Mario Draghi che “nel Consiglio Europeo di ieri abbiamo approvato misure molto stringenti e incisive, che erano in preparazione da settimane. I relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles, e per questo non posso renderne conto in modo esaustivo. Saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi”.
Le sanzioni già annunciate sono state coordinate dai Paesi dell’Unione Europea “insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi”.
“Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni – circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili”. Draghi ha ricordato che le altre sanzioni in essere “includono misure finanziarie, come il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, e il blocco di nuovi depositi bancari verso istituti di credito dell’Ue; misure sul settore dell’energia; sul settore dei trasporti, il blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e misure di controllo delle esportazioni; la sospensione degli accordi dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi”.
L’impatto delle sanzioni sull’economia italiana
La messa in atto delle sanzioni alla Russia insieme a quelle che molto probabilmente si aggiungeranno in futuro, mette di fronte alla situazione economica italiana che ne risentirà fortemente, ricordiamo che l’Italia importa più del 40% di gas dalla Russia. “La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa”. L’Italia è inoltre un importante partner commerciale della Russia, per fare un esempio, solo nel 2020 l’Italia aveva esportato in Russia beni e servizi per un valore a 7 miliardi, saliti a 7,7 miliardi nel 2021, entrate economiche che in questa situazione risultano fortemente compromesse.
Sanzioni dalla Svizzera
Anche in Svizzera si è discusso delle possibili sanzioni nel rispetto del diritto internazionale e con l’obiettivo di evitare la soluzione peggiore, ovvero il ricorso alle armi, la Svizzera si è resa disponibile a mettere in atto determinate sanzioni: “saranno messe in atto sanzioni finanziarie e di viaggio contro le banche e 361 membri della Duma, nonché contro uomini di affari. La Svizzera sostiene così tutte le misure che possono ristabilire l’ordine della pace” ha spiegato Cassis nella conferenza stampa indetta dalla Confederazione sulla questione.
“Neutralità non significa indifferenza, e la Confederazione vuole prendere una posizione chiara“, ha spiegato Ignazio Cassis. In modo particolare, la Svizzera intende evitare che la Russia aggiri le sanzioni dell’Unione Europea attraverso la Confederazione, per questo adotta in automatico le sanzioni dell’ONU e, in parte, dell’UE.
Nello specifico, nel settore bancario le sanzioni sono meno pesanti rispetto a quelle dell’UE, però non verranno accettati nuovi capitali da persone incluse nell’elenco delle sanzioni. Quelli già presenti nelle nostre banche resteranno dove sono e potranno però ancora essere prelevati.
“Da oggi l’ambasciata svizzera in Ucraina è chiusa fino a nuovo avviso, pur restando sempre disponibile telefonicamente“, conclude Cassis prima di accomiatarsi.
Redazione La Pagina