Segretario di stato Usa: “Basta politica pericolosa”
NEW YORK – Basta con “le pericolose decisioni politiche”, perché il tempo sta ormai quasi per scadere: l’Iran deve abbandonare le sue ambizioni nucleari militari se vuole evitare a breve nuove sanzioni, isolandosi ancora di più in seno alla comunità internazionale. In un suo atteso intervento a Doha, in Qatar, in occasione del foro Usa-Mondo islamico, il segretario di Stato americano Hillary Clinton chiede ancora una volta all’Iran, e lo fa con decisione, di “abbandonare le sue pericolose decisioni politiche”. Teheran – aggiunge la Clinton – “lascia poca scelta alla comunità internazionale, se non quello di imporre nuove misure per i suoi passi provocatori”.
La linea degli Stati Uniti rimane quella del bastone e della carota, precisa la Clinton, lasciando chiaramente intendere che la porta negoziale è ancora socchiusa: “Stiamo lavorando attivamente con i nostri partner regionali ed internazionali, nell’ambito del nostro approccio a doppio binario, per preparare e fare entrare in vigore nuove misure per convincere l’Iran a cambiare idea”.
Gli Stati Uniti vogliono una soluzione pacifica con l’Iran “ma non mentre stanno costruendo la bomba”, ha detto la Clinton nel dichiarare che gli Usa stanno continuando ad accumulare prove sul carattere militare del programma di Teheran (insomma che voglia costruirsi la bomba), e punta il dito in particolare contro i pasdaran, i guardiani della rivoluzione, sempre più forti e minacciosi, contro i quali gli Usa hanno varato sanzioni ad hoc nei giorni scorsi.
A Washington, anche il consigliere per la sicurezza nazionale Jim Jones percorre il doppio binario, nei suoi interventi alla Cnn e a FoxNews. “La cosa giusta da fare è sperare che l’Iran’ accetti le proposte”, ha risposto Jones quando la giornalista della Cnn gli ha chiesto se il tempo fosse scaduto. Alla Fox, Jones, annuncia invece che “andremo all’Onu questo mese per presentare sanzioni ed ottenere solidarietà “, annunciando una mossa di Washington a breve ma riconoscendo che occorre “lavorare un po’ di più sulla Cina, su questo argomento non possono non appoggiarci, anche perché lo hanno fatto in passato per la Corea del Nord.
Ma nulla indica per il momento che la Cina, che all’Onu possiede il diritto di veto, sia pronta a farlo, viste anche le crescenti tensioni tra Pechino e Washington, che toccheranno il culmine il 18 febbraio con il Dalai Lama alla Casa Bianca. Ma il vicepresidente Usa Joe Biden rimane fiducioso: “Abbiamo l’appoggio di tutti, dalla Russia all’Europa. E credo che otterremo l’appoggio della Cina per continuare ad imporre sanzioni all’Iran in modo da isolarli”. E poi anche lui fedele al doppio binario, Biden aggiunge: “I progressi che l’Iran ha fatto sul fronte nucleare sono stati a mio avviso ampiamente gonfiati”.
Di Iran si è parlato anche in Israele, dove si trovava il capo di Stato maggiore delle Forze Armate Usa, l’Ammiraglio Mike Mullen, mentre il premier israeliano Benyamin Netanyahu è in partenza per Mosca. Convinto dell’appoggio israeliano alla linea difesa dagli Usa, Mullen ha ricordato la posizione del presidente Usa Barack Obama: “L’Iran non può entrare in possesso di una capacità nucleare” aggiungendo che occorre concentrarsi ancora sulle sanzioni nei confronti dell’Iran, “anche se nessuna opzione può essere rimossa dal tavolo”. Netanyahu, infine, ha fatto chiaramente sapere che è sua intenzione discutere “la minaccia iraniana” con il presidente russo Dmitri Medvedev e con il premier Vladimir Putin.