Conferenza a Parigi di cento Paesi “Amici della Siria” ma Russia e Cina non hanno partecipato
Pressing internazionale sulla Siria e monito rivolto a Bashar Assad. A Parigi, sotto la regia di François Hollande, si sono dati appuntamento un centinaio di Paesi riuniti in conferenza in qualità di “Amici della Siria”. Se la pressione è stata rappresentata da un così alto numero di Paesi, tra cui i più importanti, preoccupati della sorte della Siria, il monito è stato uno solo: “Assad lasci il potere”, per il bene del Paese e anche per il suo bene, perché per lui non ci sarà posto nella nuova Siria. Non hanno partecipato né la Russia, né la Cina.
Il monito, contenuto nel documento finale, in realtà è anche il succo dell’intervento del presidente francese, che ha parlato di interesse del Paese a fare a meno di Assad, ostacolo alla pacificazione della Siria e di tutta la regione. Addirittura, Hollande si è spinto fino a dichiararlo una minaccia per il mondo intero. Il discorso di Hollande è stato anche incentrato sulla richiesta di sanzioni ancora più dure contro il regime, per costringerlo alla resa. A Parigi è giunto anche il generale Manaf Tlass che, primo tra i graduati di alto livello e della cerchia degli amici di Assad, ha disertato fuggendo in Turchia. La fuga del generale era stata immediatamente confermata dalla tv di Stato, ma una fonte delle forze di sicurezza aveva aggiunto: “Tlass è scappato dopo aver appreso che l’intelligence siriana aveva raccolto informazioni esaustive sui suoi contatti esteri e sulla sua responsabilità negli atti terroristici in Siria”. La fonte di sicurezza ha poi chiosato la notizia in questo modo: “Questa fuga non significa nulla”. Il generale Manaf Tlass era amico personale di Assad, come suo padre lo era del padre di Assad. Da alcuni mesi si rincorrevano voci di un suo abbandono, poi sempre smentito, fino ai giorni scorsi, quando la fuga è avvenuta realmente, motivata dall’esercito libero siriano in Turchia come una grossa crepa nella solidità del regime, dal regime stesso come un tentativo di rifarsi una verginità dopo la partecipazione ad attentati terroristici.
Ritornando a Parigi, è intervenuta anche Hillary Clinton, la quale ha stigmatizzato il comportamento di Russia e Cina che non solo non erano presenti a Parigi, ma hanno dato finora in maniera ufficiale anche se diplomatico il loro sostegno al regime di Damasco. Clinton ha detto che “Russia e Cina “pagheranno un prezzo per il loro sostegno alla Siria di Assad. Quanto al da farsi, Clinton non ha potuto parlare di un intervento militare dell’Onu perché sa bene che il Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato bloccato dal veto proprio di Russia e Cina, dunque non poteva spingersi più in là, ma si è rivolta esplicitamente ai militari siriani chiedendo loro di “abbandonare il dittatore, abbracciare il popolo siriano ed andare dalla parte giusta della storia”. Gli stessi concetti il Sottosegretario di Stato li ha espressi in un suo intervento nell’ambasciata americana a Parigi.
Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha fatto un discorso sulla stessa lunghezza d’onda del presidente francese e dell’esponente della Casa Bianca. In particolare, Laurent Fabius ha detto che “non siamo per la militarizzazione” della crisi siriana, ma per un’accelerazione del processo di cambiamento. Da parte sua, il ministro tedesco degli Esteri, Guido Westerwelle, ha anche lui escluso l’uso della forza per risolvere la crisi siriana.
Come detto, Russia e Cina non sono andate a Parigi, la loro posizione è diversa da quella degli altri Paesi, in fondo sostengono Assad, anche se non in modo diretto e personale. I due Paesi sono contrari alla destabilizzazione della Siria sia perché con essa hanno rapporti di commercio molto intensi, sia anche perché la Siria è un Paese amico e loro non vogliono perderlo risucchiato dall’orbita occidentale. Il vice ministro russo degli Esteri, Guennadi Gatilov, ha bollato di “fuori luogo” le parole di Hillary Clinton. Le ultime notizie sono che Kofi Annan sta tentando un nuovo accordo di pace. Ha parlato con Assad e l’incontro è stato “sincero e costruttivo”, l’opposizione, comunque, è diffidente.