Il presidente statunitense: “Io mi darei una A”, cioè un dieci
Solo il 42% degli americani approva l’operato di Donald Trump, il peggior risultato mai ottenuto da un presidente degli Stati Uniti nei primi 100 giorni del suo mandato dai tempi di Dwight D. Eisenhower, quando iniziò questo tipo di rilevazione. È quanto emerge da un sondaggio condotto dal ‘Washington Post’ e dall’Abc, secondo cui il 53% degli interpellati non approva invece la gestione Trump.
Tuttavia, fra coloro che hanno votato il magnate il tasso di approvazione resta altissimo, al 94%, l’84% dei quali repubblicani, e solo il 2% degli interpellati si è pentito di averlo fatto, contro il 96% di chi lo rifarebbe. Il ‘Washington Post’ sottolinea come nei primi 100 giorni alla Casa Bianca, Barack Obama fece registrare un tasso di approvazione del 69%, mentre Bill Clinton il 61%. Dal sondaggio emerge inoltre che l’83% degli interpellati voterebbe di nuovo la candidata democratica Hillary Clinton.
Secondo l’ats in un’intervista con il Washington Examiner Trump avrebbe sottolineato l’azione a vasto raggio compiuta sul piano legislativo ed esecutivo, mette in evidenza la nomina del giudice (conservatore) Neil Gorsuch alla Corte Suprema, per poi sottolineare: “Ciò che abbiamo fatto meglio è gettare le fondamenta per il futuro”.
L’ats sottolinea come, a parte l’annunciata “rivoluzione fiscale”, si contano “dietrofront” clamorosi, come quello sul muro col Messico. E poi il fiasco sull’abolizione dell’Obamacare e quello sul divieto dell’ingresso ai musulmani. L’ultima retromarcia è quella sul Nafta, l’accordo di libero scambio nord americano.
La riforma fiscale
“Col piano di Trump avremo un grande taglio delle tasse per le aziende, una importante riforma e delle semplificazioni” ha detto il Segretario al Tesoro Steve Mnuchin annunciando le linee guida del piano pensato soprattutto per stimolare competitività e crescita. Per le aziende americane è previsto un taglio dell’imposta dal 35 al 15%, più altre misure per favorire il rientro dei capitali negli Stati Uniti. Per le persone invece il numero delle aliquote verrà ridotto a tre da sette (fino ad un massimo del 35% contro il 39,6% attuale). Una riforma “grandiosa”, ha detto Trump, che non ha però intercettato l’entusiasmo dei mercati dopo l’annuncio, rimasti sostanzialmente fermi, soprattutto per la mancanza di dettagli su come coprire le entrate che verranno a mancare. Dettagli che dovranno arrivare per ottenere l’approvazione dal Congresso, entro la fine dell’anno spera l’amministrazione Trump.
Se sulla riforma fiscale si va avanti senza esitare, sul Nafta c’è stato un cambio di rotta: il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha rassicurato ai leader di Messico e Canada che non ha intenzione di far uscire gli Stati Uniti dall’accordo commerciale che lega i tre paesi, a differenza di quanto annunciato in campagna elettorale e di quanto anticipato da alcuni funzionari della Casa Bianca.
La Corea del Nord
Con la Corea del Nord c’è il rischio “di conflitto molto serio. Certamente”. Lo ha detto Trump, aggiungendo però che preferirebbe risolvere la questione del programma nucleare di Pyongyang con la diplomazia, cosa però “molto difficile”.
Trump, parlando in un’intervista alla Reuters, rilanciata dai media internazionali, ha sottolineato inoltre che c’è una svolta nella collaborazione con Pechino, pronta a fare pressioni su Pyongyang, dopo la visita del presidente cinese Xi Jinping in Florida all’inizio di aprile.
Adnkronos
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