I Comites della Svizzera, Basilea, Berna, Ginevra San Gallo, Ticino e Zurigo, unanimemente esprimono preoccupazione e disappunto per i pesanti tagli posti in essere dal Governo con la legge di stabilità, nei confronti delle istituzioni di rappresentanza degli italiani all’estero. Dopo anni di instabilità e di restrizioni finanziarie significative, i Comites, territorialmente ridisegnati, da anni lavorano alacremente in favore della comunità nazionale in Svizzera, come dimostrano progetti e azioni proposti dai singoli Comites o in condivisione tra più sodalizi. La ripresa del flusso migratorio verso la Svizzera non solo di giovani cervelli in fuga, ma anche di connazionali che, in assenza di una prospettiva lavorativa in Italia, decidono, anche in età relativamente avanzata, di cercare lavoro in terra elvetica, hanno spinto i Comites a presentare progetti, con azioni specifiche proprio nei confronti di questi nuovi arrivati. In questo senso ricordiamo i corsi di lingua francese e tedesca, le diverse pubblicazioni di guide informative, l’attivazione di punti informativi, l’organizzazione di serate d’accoglienza e informative su aspetti specifici della vita in Svizzera e/o di modifiche normative in Italia (ad esempio in materia di Voluntary Discolsure).
Tuttavia, è bene ricordare che la comunità italiana in Svizzera, la terza comunità italiana al mondo, non è costituita solo da giovani leve, ma rappresenta ancora la prima comunità estera in questo paese. Da qui l’esigenza di continuare a dare risposte concrete ai nostri connazionali: incontri informativi per le questioni sul pensionamento e sulla fiscalità, sulle nuove norme riguardanti cittadinanza italiana e svizzera, sulla revisione dei permessi di soggiorno svizzeri ed eventi per incentivare le relazioni sociali e l’integrazione, sostegno all’organizzazione di case di risposo con personale anche italofono. Gli italiani hanno fatto la storia della Svizzera e chi li rappresenta ha il dovere non solo di ricordarla, ma di studiarla approfonditamente e di tramandarla alle nuove generazioni. Anche su questo aspetto i Comites hanno dato il loro contributo: dalle commemorazioni della tragedia di Mattmark, ai vari studi e ricerche fatti da liceali e universitari sulla nostra comunità, allo studio del fenomeno delle donne italiane che hanno lavorato nella fabbrica Suchard, rendendola nota al mondo.
Per finire, vorremo ricordare il Progetto Legalità: per tutto il 2018, i concetti di legalità e antimafia sono stati discussi con gli studenti dei corsi LSO e delle scuole parificate, cercando di scardinare, anche tra le nuove generazioni, uno dei tanti stereotipi che ancora accompagnano l’italiano all’estero. Grazie anche all’esperienza italiana di lotta all’antimafia che abbiamo sostenuto, il Parlamento svizzero intende riformare il dispositivo legislativo di lotta alla corruzione. I Comites rappresentano il primo livello di contatto a cui i nostri connazionali o di chi ha acquisito la nazionalità italiana si rivolgono non solo quando espatriano o quando arrivano alla fine del loro ciclo lavorativo, ma ogni qualvolta sorge un problema di natura amministrativa o di discriminazione di qualunque tipo; i Comites conoscono gli specifici territori di competenza, il tessuto associativo e soprattutto lavorano a stretto contatto con le autorità locali. Crediamo infatti che la funzione dei Comites non sia solo quella di favorire l’efficienza dei servizi consolari, ma anche di porre in essere attività idonee ad accompagnare i connazionali a integrarsi al meglio nel paese di accoglienza e contrastare l’erosione dei diritti che sembravano acquisiti e che ora sempre più spesso vengono messi in discussione con le nuove politiche anti immigrazione presenti nuovamente in Svizzera.
In questo quadro di grandi cambiamenti, la riforma della legge che istituisce i Comites e ne disegna le competenze, è sicuramente importante ed è fondamentale per noi poter operare in modo più efficace ed incisivo per poter dare il nostro prezioso contributo. I Comites chiedono pertanto nell’immediato il mantenimento dei fondi allocati al loro esercizio e successivamente una riflessione partecipe ed approfondita sulle peculiarità che hanno questi organismi.
Con osservanza
Il Presidente del Comites
di Zurigo
Luciano Alban