Da piccola, i miei genitori erano soliti invitare una coppia di nostri parenti che talvolta si fermavano a mangiare a casa da noi.
Essendo mio padre un poliziotto, spesso era fuori per lavoro o in trasferta e mia madre era terrorizzata dall’idea di restare a casa da sola senza mio padre in un piccolo attico.
Eppure, quel piccolo appartamento circondato da un meraviglioso e grande terrazzo, era il primo importante e sofferto acquisto di mia madre.
La coppia di parenti Mostri era composta da una donna di discreta presenza e un uomo niente affatto bello, la signora si era sposata solo perché costretta dalla madre essendo ormai incinta. I coniugi trovarono però un modo tutto loro di vivere, lei facendo la commerciante in una piccolissima boutique in centro a Roma dove, se capitava l’occasione, rubava anche nei portafogli dei clienti che andavano a provare gli abiti in camerino; mentre il marito, un modesto dipendente di un’azienda di trasporti, si vantava in giro di essere un dirigente di alto livello. Questi strani parenti sembravano vivere a suon di balle, lui, volendo sembrare ricco, si faceva prestare una porche solo per venirci a trovare e farci credere che fosse sua; la signora, invece, mentre le sparava grosse, veniva a mangiare di tutto in una tavola principesca che solo mia madre sapeva preparare.
E così, tra un piatto ed un’altra pietanza, fino a notte fonda, mangiando a più non posso tutte le prelibatezze preparate con grande cura da una padrona di casa eccellente, la parente si mostrava una grande raccontaballe, arrivando a raccontare di avere ricevuto in regalo un mobile dal Re d’Inghilterra o una borsa dalla Principessa di Monaco e così via. Ma era soprattutto la voglia di offendere e sminuire gli altri a turbare più di ogni altra cosa. Come quando mia madre, appena sposata e con grandi sacrifici, era riuscita a comprare il suo piccolo attico e invitò la parente in questione che, sicuramente per invidia, le disse: “Il tuo appartamento costa quanto la pelliccia che mi vedi indossare oggi!”
In sostanza, tanto la parente quanto il marito svilivano e sminuivano ogni minimo successo di mia madre, dimostrandolo in ogni loro atteggiamento, come quando mia madre fu descritta come una “serva” semplicemente perché aveva cucinato ogni ben di Dio per offrire mille pietanze senza la minima avarizia, le loro frecciatine velenose erano sempre dietro l’angolo.
A casa dei coniugi mostri, invece, ci veniva offerta solo un’oliva trafitta da uno stuzzicadenti, al buio tra l’altro, perché persino la luce doveva essere risparmiata nel superattico di quella bizzarra coppia che, in compenso, metteva in bella mostra scritte di buon Natale o buona Pasqua in più lingue. Certo, la svogliata signora faceva patire la fame al marito a cui era concessa un’oliva perché era eternamente a dieta, mentre non si capisce come mai si abbuffavano fino all’inverosimile quando erano ospiti nel nostro piccolo appartamento.
Dopo inviti principeschi sempre organizzati con grande sacrificio di mia madre, la parente che viveva di vanti e racconti inverosimili, un giorno si rivolse ai miei genitori, che si scusavano della casa piccola, in maniera sprezzante: “Non preoccupatevi, anche noi un tempo facevamo schifo, eravamo pezzenti come voi, oggi quei brutti periodi sono lontani, pensa che al mio negozio, viene a comprare il principe inglese, la principessa di Monaco e tanti altri…”
Non so come potessero i mie genitori sopportare una tale impertinente ed bugiarda, che raccontava di avere clienti reali nel suo minuscolo negozio, ma invece viveva solo di apparenze e tanta voglia di rivalsa sugli altri, inutile come donna e come madre.
Dopo anni di battute velenose, balle a non finire, vanterie finalizzate ad umiliare i miei genitori, dopo pranzi e cene da veri reali a nostre spese, mentre non avrebbero meritato nemmeno il cibo della spazzatura, la mostruosa signora tentò a più riprese di proporre la costruzione di una (fantomatica) villa in multiproprietà in Croazia chiedendo sostanziosi ed immediati anticipi ai miei genitori. Si capiva bene che i coniugi si sarebbero subito dileguati con un cospicuo bottino senza nessuna costruzione, praticamente tentarono di truffare i miei genitori a suon di risate, allegre bevute e mangiate che non furono neanche mai apprezzate, fino al giorno in cui mia madre impose un basta definitivo a qualsiasi invito rivolto a quei parenti.
La solarità e l’ospitalità di una persona come mia madre vengono apprezzate solo quando, di colpo, si perde tutto: ad essere generosi con chi non merita nulla, si perde tempo prezioso e non solo.
Di lì a poco, dunque, mia madre decise di troncare definitivamente qualsiasi invito rivolto alla coppia tanto malsana e perfida, fatta di inganni e raggiri nei confronti di chiunque capitasse loro a tiro.
Quando ormai dopo anni, mia madre incontrò il marito della nostra parente in strada (che era palesemente rimasto malissimo del sopraggiunto rifiuto ad invitarli a casa nel tempo), lui sfoderò per una volta ancora la sua voglia di offendere dicendo: “Ma poi ve la siete comprati una casa vera? Ricordo che abitate in un buco!”. Mia madre, ormai adulta e senza più peli sulla lingua come da giovanissima, rispose senza remore: “Certo che l’ho comprata, ma senza rubare nei portafogli dei clienti in negozio, né cercando di truffare con fantomatiche costruzioni in Croazia! Io sono una che arriva a comprare quello che voglio, ma senza raggirare o truffare il prossimo, tu sai di cosa parlo!”
Ricorderò a vita la veloce fuga del parente al suono della risposta di mia madre, se pure ormai molto anziano, posso dire di non averlo mai visto correre tanto!
Alessandra Hropich
Questa storia ed altre di violenza sia di piccoli che grandi mostri, si trovano in questi due libri:
Alessandra Hropich si laurea in Legge a Roma e inizia la pratica legale presso un importante Studio di Roma. Tra le prime esperienze ha lavorato nell’ambito della comunicazione delle aziende; ha svolto l’attività di Funzionario presso Autorità pubblica; ha lavorato anche nella redazione programmi Tv, oltre alle esperienze televisive più giovanili, in cui ha lavorato in video. Attualmente è redattrice di articoli, realizza interviste per diversi giornali online e scrive per alcuni dipartimenti universitari.
La scrittura ha sempre fatto parte della sua vita e in ambiti diversi, nella sua attività di autrice degli argomenti dei convegni di cui spesso è anche relatrice, nel lavoro di stesura delle proposte di legge per un Istituto Studi legislativi e nelle esperienze di comunicazione politica.
Hropich racconta: “L’amore per la scrittura nasce oltre dieci anni fa, quando l’editorialista Rossana Rossanda mi suggerì di scrivere ogni mattina i pensieri più immediati, i progetti o i desideri per evitare di dimenticare qualcosa nel corso della giornata. Da qui il mio interesse per le storie vere, come quelle dei miei libri e di interesse sociale per quanto riguarda i miei articoli. Scrivere libri o articoli a tema sociale rappresenta per me una liberazione da tutte le brutture e le cose di cui vengo, mio malgrado, a conoscenza”.