La Suprema Corte di Nuova Delhi affida a un tribunale speciale la soluzione sulla competenza giurisdizionale del processo
Ricordate la vicenda dei due marò italiani arrestati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati? Se sì, ricorderete anche che il tribunale dello Stato del Kerala aveva imbastito un processo a loro carico, ma che il processo si era bloccato in attesa della sentenza della Suprema Corte di Nuova Delhi che avrebbe dovuto pronunciarsi su chi aveva la titolarità del processo: se l’India o l’Italia. Il fatto avvenne il 15 febbraio dello scorso anno in acque internazionali, dunque in base ai trattati internazionali la competenza del giudizio spetta allo Stato di appartenenza della nave, in questo caso la Enrica Lexie, italiana.
La capitaneria di porto di Kochi, infatti, richiamò la nave che ormai era diretta in alto mare con la scusa che i membri dell’equipaggio avrebbero dovuto fornire una testimonianza su un incidente. La nave italiana tornò indietro e attraccò al porto, dove la nave fu sequestrata e i due marò furono subito arrestati con l’accusa citata. Da allora il braccio di ferro a livello diplomatico tra l’Italia e l’India ha riguardato la giurisdizione del processo. Di qui il ricorso alla Suprema Corte di Nuova Delhi, che da settembre ha sempre rinviato la sentenza. Come si ricorderà, ai due marò fu concesso dal tribunale di passare due settimane a casa per il Natale. Scaduto il termine, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ritornarono in India. La puntualità del rientro non è passata inosservata. Quella sentenza di volta in volta rinviata, infatti, ora è stata emessa. La Suprema Corte ha diviso il giudizio in due punti. Il primo è che lo Stato del Kerala non ha nessuna giurisdizione sul processo, dunque esso non s’ha da fare in quello Stato in quanto il fatto, come ha sempre sostenuto il governo italiano, è avvenuto in acque internazionali. Questo è senz’altro un punto a favore dell’Italia.
La Suprema Corte, però, ha ritenuto che malgrado il fatto sia avvenuto in acque internazionali l’India abbia comunque la titolarità del processo in quanto i due marò non godevano di quella immunità sovrana che avrebbe fatto decidere automaticamente per un tribunale italiano. E questo certamente non significa che la vicenda sia finita e che i due soldati possano rientrare in Italia. D’altra parte, dovendosi approfondire ulteriormente la questione, la Suprema Corte ha rinviato la decisione definitiva alla sentenza di un tribunale speciale da costituire a Nuova Delhi in coordinamento tra la Suprema Corte e il governo indiano. Contemporaneamente, per stare alla cronaca, i due marò potranno essere trasferiti a Nuova Delhi e potranno avere “piena libertà di movimento nel territorio indiano”.
Dunque, passo in avanti, ma nuovo stop, almeno per qualche tempo. I passi in avanti sono due: il primo è che lo Stato del Kerala è incompetente, il secondo è che la pressione a cui erano stati sottoposti i due soldati italiani in quello Stato si è evaporata. Resta la sensazione che gl’indiani non abbiano voluto dare subito soddisfazione agl’italiani, ma che abbiano voluto rinviarla nel tempo per farla decantare. Questa è, almeno, l’ipotesi che si intravede dietro la dichiarazione degli avvocati dei due marò che hanno affermato di essere “molto soddisfatti per questa sentenza”. Il tempo sarà galantuomo.
Nel frattempo sono da registrare due atteggiamenti di soddisfazione. Il primo è quello dei due marò che hanno dichiarato: “Siamo contenti di andare via perché in Kerala c’era troppa pressione nei nostri confronti”. Il secondo atteggiamento di soddisfazione – anche se non si tratta di “piena soddisfazione” – è del governo italiano, che ha rilasciato una nota che riportiamo integralmente. “La Corte Suprema dell’India”, si legge, “ ha riconosciuto le motivazioni del ricorso del governo italiano contro la detenzione dei fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. L’alta Corte ha riconosciuto che i fatti avvennero in acque internazionali e che la giurisdizione non era della magistratura locale del Kerala. Il governo italiano prende atto che la valutazione sulla giurisdizione dovrà essere elaborata da un Tribunale speciale, non ancora costituito. Ed è fiducioso che la magistratura e le istituzioni federali indiane opereranno nel pieno rispetto delle leggi internazionali che riconoscono l’esclusiva giurisdizione dello “Stato di Bandiera” sulle navi operanti in acque internazionali. Per il governo italiano l’obiettivo resta il rientro in Italia dei nostri due militari”. Se tutto va bene, il soggiorno in India dei due militari si prolungherà di qualche mese.
1 commento
Correvano gli anni del colore, del mito pop, di
MTV, delle star, dell’America, ancora una volta, ma anche
della bella, dolce, consumistica vita tutta italiana.