Ispirato al mondo poetico di Baudelaire, il film racconta l’inconciliabilità tra l’amore sacro e profano, attraverso tre ritratti di tre donne di differenti epoche storiche
È nelle sale dal 24 giugno il nuovo film prodotto da Christian Vitale per la regia di Claver Salizzato ispirato, così come anticipa già il titolo, al mondo poetico del capolavoro di Charles Baudelaire.
Tre ritratti di donne famose della storia e della letteratura, realmente esistite, tre cortigiane d’alto bordo, tutte interpretate da Flora Vona, attraverso i quali si raccontano tre secoli di vita, dal ‘500 ai primi del ‘900: la poetessa Veronica Franco, vissuta nella Venezia rinascimentale, che ebbe una relazione con Enrico III di Francia e che, accusata di stregoneria, si difese egregiamente nel processo che la vide non solo imputata ma anche degna protagonista; Marguerite Gautier, la celebre “signora delle camelie” , vissuta nella Parigi dell’Ottocento che ammalatasi di tisi, s’innamora dell’aristocratico Armand Duval che la curerà e le farà conoscere, anche se per poco, un nuovo modo di vivere.
Ed infine l’olandese Mata Hari, danzatrice e agente segreto condannata alla pena di morte per le sue attività di spionaggio durante la prima guerra mondiale. “I Fiori del male – spiega il regista – è un’opera basata prevalentemente sulla suggestione delle immagini e delle inquadrature, degli ambienti e degli arredi, della luce e dei costumi, trattandosi di tre storie d’epoca, liberamente tratte dalla vita, gli amori e le passioni di altrettanti personaggi femminili realmente esistiti e divenuti parte dell’immaginario letterario e culturale del mondo intero”.
“Per interpretare i tre ruoli femminili, di tre epoche differenti, in tre differenti stati d’animo e situazioni, nel film ispirato alla celebre opera maledetta di Baudelaire, era necessaria un’attrice dotata non solo di forza e preparazione drammaturgica , ma soprattutto capace di mimetizzarsi in modo credibile con la pelle dei suoi diversi alter-ego.
Non figure semplici, perché qui si trattava di sbozzare ritratti storici di donne realmente esistite, con giudizi controversi della loro contemporaneità. Flora è riuscita nel doppio intento di essere e mostrare caratteri tanto differenti e tanto complessi, di sapersi calare nelle loro vite, nei loro panni psicologici ed umani, ma anche di infondere loro il suo proprio sentire e la sua propria ‘vis dramatica’.
Una performance di grande intensità è stata in grado di trasmutarsi nello stesso giorno, in più situazioni, in diverse intimità ed esistenzialità, restituendo ad ognuna la propria autenticità. Un’attrice, dal punto di vista critico, che non esiste attualmente nel panorama del cinema italiano”.