Secondo un rapporto europeo superano i belgi, i polacchi e gli spagnoli nella guida in stato di ebbrezza e detengono il primato nel leggere e scrivere sms al volante
A dire la verità, non c’era bisogno di tante inchieste per crederci, basta dare uno sguardo in giro, in una città o lungo una strada più o meno trafficata, per capire che gl’italiani sono gli autisti europei più indisciplinati (e già questo termine è un eufemismo). L’indisciplina, comunque, non è tutto, c’è di peggio: l’irresponsabilità e in vari casi comportamenti ai limiti della criminalità. Leggere per credere.
Non è infatti solo una questione di rispetto delle regole più elementari della guida, come partire senza mettere la freccia, che fa parte della sicurezza personale e degli altri. Sono in tanti, infatti, se non la maggioranza, ad esempio, che non indossano le cinture di sicurezza, che sorpassano senza mettere la freccia, quando c’è la striscia continua o la doppia striscia continua, sul dosso, che non si fermano allo stop, che non rallentano in prossimità delle strisce pedonali (non per nulla abbiamo il primato delle vittime investite sulle strisce), che non rispettano i limiti di velocità né in autostrada e né soprattutto sulle strade statali o nei centri abitati, per non parlare di una sciocchezza come la distanza tra un’auto e l’altra. Basterebbe questo semplice elenco per capire quali sono le cause delle circa quattromila vittime all’anno sulle strade italiane e degli ottocentomila feriti, di cui circa 250 mila gravi al punto che i malcapitati sono costretti a passare la vita su una sedia a rotelle. No, non è ancora tutto, c’è di peggio.
Secondo uno studio realizzato nell’ambito del progetto europeo multicentrico (Driving under the Influence od Drugs, Alcohol and Medicines) dal 2006 al 2011, il periodo preso in esame, l’Italia ha il primato dei guidatori trovati positivi all’alcoltest: sono l’8,5%. Seguono il Belgio con il 6%, la Polonia con il 5% e la Spagna con il 4%. A peggiorare la nostra posizione non c’è solo l’alcol, ma per un 1,2% un miscuglio di alcol e di altre sostanze vietate.
L’Istat, nel suo ultimo rapporto intitolato “Uso e abuso di alcol in Italia” aveva dimostrato come il consumo giornaliero di alcol nel nostro Paese stia diminuendo, ma contemporaneamente come stiano aumentando sia le bevute fuori pasto che quelle occasionali (dal 35,8% nel 2002 al 42,2% nel 2012). E’ probabile che siano proprio le bevute fuori pasto e quelle occasionali che vanno ad incrementare il numero di coloro che guidano dopo aver ingerito alcol. L’Istat ha messo in luce come sia diventata di moda anche in Italia quell’abitudine importata dagli Stati Uniti che va sotto il nome di “binge drinking”, cioè l’assunzione in un breve intervallo di cinque o più bevande alcoliche. Questa moda è particolarmente diffusa presso gli studenti delle scuole superiori e delle Università, cioè la riserva dei nuovi patentati, quelli cioè che potenzialmente sono i più probabili candidati all’incidente.
Sempre in tema di cifre, l’Istat ha accertato che su un campione di 45 mila studenti delle superiori ben il 31% di loro ha dichiarato di seguire questa moda e che tra di essi il 60% le donne sono in maggioranza. Ecco l’opinione di Giordano Biserni, un esperto del settore: “I dati sugli italiani ubriachi al volante sono spaventosi. Significa che su due milioni di controlli annuali della polizia stradale ci sarebbero circa 170 mila italiani positivi all’alcoltest. In ogni caso penso che dal 2009 al 2011 si siano fatti grandi passi in avanti per la sicurezza: sono state inasprite le pene per chi guida sotto l’effetto di alcol o droga ed è stato aggiunto il nuovo articolo 186bis con il divieto assoluto di assumere alcol per neopatentati e autisti di professione”. Il problema sono i controlli, che sono scarsi rispetto alle reali necessità.
Aggiunge ancora Giordano Biserni: “Personalmente più dell’alcol mi preoccupa la nuova ebbrezza del terzo millennio: il cellulare alla guida. Per questo non esistono leggi adeguate e gl’italiani continuano a fare sempre più incidenti mortali per distrazione”. Parole sante. Secondo le più aggiornate statistiche il 61% dei guidatori italiani leggono sms mentre guidano (la percentuale dei guidatori europei è del 48%), mentre coloro tra gli italiani che vengono beccati positivi ai test antidroga sono il 2,7%, che è una percentuale ragguardevole.
Perché il comportamento di chi guida dopo aver assunto alcol e droga e di chi legge o scrive sms o telefona senza auricolare è irresponsabile al limite del criminale? Beh, ognuno lo capisce: alcol e droga alterano i riflessi e bastano 3-4 secondi per provocare un incidente, specie se si va veloci e in condizioni climatiche avverse.