Parziale marcia indietro del governo sulle intercettazioni. In Commissione giustizia al Senato sono stati presentati dodici emendamenti al disegno di legge sulle intercettazioni che in parte modificano il testo approvato già alla Camera.
La novità più importante riguarda la sostituzione degli “evidenti indizi di colpevolezza”, necessari per autorizzare un’intercettazione, con “i gravi indizi di reato”, che consentono di poter disporre intercettazioni anche nei procedimenti a carico di ignoti.
Allo stesso tempo, però, vengono poste una serie di limitazioni, a cominciare dal fatto che le intercettazioni devono essere “assolutamente indispensabili” per la prosecuzione delle indagini e inoltre l’utenza deve essere intestata, o effettivamente in uso, o all’indagato o a una terza persona che si ritiene ne farà uso per conversazioni che riguardano i fatti oggetto dell’indagine. Stesso concetto vale per i luoghi sottoposti a sorveglianza e per le riprese visive. Se poi ad essere intercettata è una persona che sta parlando con un parlamentare, sarà necessaria comunque l’autorizzazione della Giunta di Camera o Senato.
L’autorizzazione dovrà essere richiesta anche se si acquisiscono tabulati di comunicazioni e i relativi verbali saranno inseriti in un fascicolo separato, conservato in una apposita sezione dell’archivio riservato.
Il parlamentare inoltre dovrà essere immediatamente avvisato della loro esistenza alla fine delle indagini preliminari.
Altre novità di rilievo riguardano la possibilità di proroga delle intercettazioni per un massimo di 15 giorni e soprattutto il fatto che ad autorizzarle non sarà più il gip ma il tribunale.
Sul fronte delle pene, invece, c’è un inasprimento nei confronti di chi, in ragione del suo ufficio, divulga o fa divulgare atti del procedimento coperti da segreto: “Abbiamo aumentato da 5 a 6 anni la pena massima per chi consente la divulgazione di atti coperti dal segreto – ha spiegato ai cronisti il relatore del Pdl Roberto Centaro – e cioè quelle che voi chiamate le talpe delle procure, perché così potranno essere intercettate a loro volta”.
La possibilità di intercettare infatti scatta per i reati che prevedono perlomeno una pena massima di sei anni.
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