Diversi studi dimostrano che i pettegolezzi possono essere positivi e perfino utili
Che tutti noi, senza differenza tra uomo e donna, spettegoliamo è cosa certa e l’attitudine a questa pratica sembra essere eredità genetica dell’uomo preistorico. Questa è la conclusione alla quale è giunto lo psicologo britannico Robin Dunbar che ha dimostrato anche che spettegolare avrebbe a che fare con l’origine della nostra lingua e che, anche se oggi spesso è considerata una pessima abitudine, potrebbero avere addirittura risvolti positivi.
Come facciamo quindi a sapere quando i nostri pettegolezzi possono essere utili e quando invece no? Lo spettegolare in sé, come il gossip e le ultime novità, hanno la funzione di un sistema d’allarme sociale. Si vengono a sapere informazioni su terzi, su caratteristiche come malignità o ingannevolezza, con queste informazioni decidiamo poi di frequentare o no questa persona. Questo sistema è importante per sopravvivere ed è quindi il sistema di sicurezza più antico del mondo. Sistemi che funzionano per così tanto tempo vengono salvati come informazioni genetiche, significa che queste informazioni vengono portate avanti da generazioni a generazioni, i pettegolezzi quindi non rappresenterebbero debolezze di carattere, ma la strategia per sopravvivere che ci è stata trasmessa geneticamente. Questo fatto però non coincide con lo “spettegolare moderno”, dove ognuno cerca di parlare di altri in modo politicamente corretto, ma la vita quotidiana dimostra ben altro. Anche se non vorremmo partecipare a questi pettegolezzi, mentalmente comunque critichiamo, valutiamo e paragoniamo continuamente. Eppure l’idea che ci siano persone che parlano male di noi senza la nostra presenza è spiacevole e fastidiosa, tuttavia secondo Dunbar più di un terzo delle conversazioni che facciamo trattano di argomenti su persone che non sono presenti. Già nel 1997 Dunbar ha fatto un test scientifico durante il quale il suo team ha origliato le conversazioni di persone nei treni, bar o centri commerciali che parlavano tra di loro. La scoperta è stata quella che quasi la metà delle discussioni trattavano di pettegolezzi su altre persone. Dunbar ha ripetuto diverse volte questo test, ma le percentuali sono rimaste sempre uguali, inoltre non hanno avuto un’influenza dati come sesso o età delle persone.
Che i pettegolezzi sul lavoro possono essere pericolosi, lo dimostra uno studio dei ricercatori americani dell’Indiana University. Lo studio identifica i modi in cui le persone oggetto del gossip vengono valutate negativamente nel corso dei meeting: dalle critiche velate al sarcasmo, al confronto con alcuni colleghi “virtuosi”. Non solo. Secondo gli studiosi, gli sforzi di qualcuno per imbarcarsi in un gossip negativo possono essere sottilmente anestetizzati modificando il soggetto, proponendo qualche altro protagonista delle critiche o prevenendo la chiacchiera malevola con commenti positivi.
“In generale, quando si partecipa a un incontro di lavoro, è bene essere attenti alla direzione che prendono le conversazioni, specie quando si esce dai temi ufficiali e si parla di persone che non sono presenti”, suggerisce Tim Hallett, sociologo dell’ateneo Usa. “Essere attenti a quello che sta accadendo è una forma di politica che potrebbe rivelarsi utile: un’arma contro gli assenti, ma anche un inatteso regalo. Se se ne parla bene, questo si trasforma in un elisir per la loro reputazione”.
Nel 2006 lo psicologo Alex Mesoudi ha eseguito uno studio che dimostra che le informazioni negative attirano più attenzione di quelle positive, storie dove si trattava di bugie e infedeltà per i testati non erano soltanto più interessanti, ma riuscivano anche meglio a ricordarsi il filo della storia. Anche il team dello scienziato Eric Anderson della Northeastern University ha provato uno studio simile, ai testati sono state mostrate diverse fotografie, dove si vedevano facce di persone sconosciute che si collegavano a informazioni positive, negative o neutre, come ad esempio una signora anziana a cui viene data una mano facendo la spesa. Nel secondo test le fotografie si trovavano dietro ad una specie di binocolo, nello stesso tempo venivano mostrate due fotografie diverse, una positiva e una negativa. Gli scienziati hanno scoperto che le facce collegate a informazioni negative sono state guardate prima e fissate per più tempo.
Significa che le persone che una volta si sono fatte notare per un gesto negativo, istintivamente ricevono maggiore attenzione, informazioni di questo tipo sono importanti e utili per la propria sicurezza ad esempio, torniamo quindi all’utilità dei pettegolezzi. La parola chiave quindi è l’utilità, la prossima volta che siete pronti a parlare con qualcuno di una persona assente pensate se alla persona di fronte queste informazioni torneranno utili, se invece “sparlare” vi serve solo per sentirvi meglio, quindi deridere gli altri, è meglio che lasciate stare. Perché è dimostrato anche che chi della propria vita è felice, spettegola meno.