Il Cdm vara il decreto fiscale
Qualche giorno fa il governo Monti ha festeggiato i primi cento giorni di vita e, come si usa fare, è tempo di bilanci. I quali – ovviamente per circostanze e situazioni difficilmente ripetibili come il sostegno di tre partiti tra cui due superano di gran lunga la maggioranza assoluta – sono, per dirla con Merkel, ”impressionanti”. Lasciamo da parte il decreto sulle liberalizzazioni, in quanto il provvedimento è in discussione alla Camera e non sembra con risultati eccezionali, e concentriamoci sulle riforme ormai acquisite. La prima fra tutte è quella sulle pensioni. Forse, rispetto al passato remoto, la riforma è troppo pesante, ma siamo sicuri che nessuno schieramento – di destra, di sinistra o di centro – sarebbe riuscito ad approvarla. Nel 2016 tutti andranno in pensione a 66 anni, con la differenza che le donne (e solo le donne) potranno ritirarsi prima, a 63 anni, pagando delle penalizzazioni. Gli uomini e donne insieme, invece, potranno godere di vantaggi se resteranno alcuni anni in più, dopo il sessantaseiesimo anno di età, nel mondo del lavoro. Di riforma delle pensioni non si parlerà più in Italia per almeno trent’anni. L’altro risultato del governo Monti è stata la lotta all’evasione fiscale, già per la verità iniziata dal governo precedente con risultati apprezzabili, ma Monti ha impresso un’accelerazione e anche una spettacolarizzazione all’impegno, sia con i controlli negli esercizi (ristoranti, bar, alberghi), sia stipulando un accordo tra l’Ufficio delle Entrate e il governo, in base al quale i Comuni che daranno delle indicazioni precise sugli evasori godranno del 100% per tre anni di quanto evaso e dopo i primi tre anni del 50%, il che significa che i Comuni dovranno essere parte attiva nella lotta all’evasione fiscale sul territorio che, specialmente per quanto riguarda i piccoli Comuni, dovrebbero conoscere in maniera capillare. L’altro risultato è il decreto sulla semplificazione e l’istituzione di un tribunale delle imprese. Almeno sulla carta, si tratta di due grandi misure che dovrebbero modernizzare i rapporti tra i cittadini e la burocrazia.
Infine, ed arriviamo alla settimana scorsa, c’è stato il decreto fiscale, con qualche impegno rinviato e alcuni punti positivi. Il rinvio è quello del fondo per l’abbassamneto delle tasse a partire dal 2014 grazie ai proventi della lotta all’evasione. Lo stesso presidente del Consiglio ha spiegato il motivo del rinvio: questione di serietà. Non potendo essere quantificato né il fondo, né l’entità dell’abbassamento delle tasse, è stato preferito non ingenerare illusioni tra i cittadini. A parte questo, però, il decreto sana una lacuna, che è quella degli immobili della Chiesa adibiti ad uso commerciale. Ebbene, su questi immobili a partire dal gennaio del 2013 si pagherà l’Ici, che si chiamerà Imu, in quanto comprende sia la vecchia Ici che la tassa sull’immondizia. Giro di vite contro l’evasione fiscale: l’Ufficio delle Entrate potrà sottoporre a controlli sistematici tutti quegli esercizi che sono stati sorpresi a non rilasciare lo scontrino fiscale. L’Agenzia delle Entrate rinuncerà ad esigere i pagamenti per somme inferiori ai 30 euro, taglierà le partite Iva cosiddette ”dimenticate”, cioè su cui non si registrano movimenti per chiusura di attività, e acconsentirà a rateizzare i debiti concedendo pagamenti variabili e crescenti nel tempo. Nel decreto c’è anche una norma sul pagamento dell’Imu sulle case possedute all’estero: l’Imu non è dovuta se l’importo non supera i 200 euro. Tuttavia ci sarà una riduzione dell’aliquota di 0,4 punti per gl’italiani che lavorano all’estero per lo Stato e viene riconosciuta anche la detrazione di 200 euro se l’immobile viene adibito ad abitazione principale. Ovviamente, per motivi di spazio, non possiamo citare tutti i punti contenuti nei vari decreti finora varati e approvati, ma se andrà in porto nelle prossime settimane la riforma del lavoro, sarà chiaro che ciò che avrà realizzato il governo Monti, non è mai stato realizzato da nessun governo della Repubblica e che sicuramente mai sarà realizzato, nemmeno in futuro, data la specificità delle circostanze interne ed internazionali in base alle quali il governo è nato. E‘ proprio dei giorni scorsi la notizia secondo cui i voli di Stato sono stati ridotti del 92%, come pure consistente è l’abolizione delle auto blu. Se ai provvedimenti del governo potremo sommare nei prossimi mesi anche la riforma elettorale e quella istituzionale, avremo un quadro straordinariamente positivo, ma è meglio essere cauti e non dare per acquisiti risultati che potrebbero rimanere nell’ambito dei desideri.