I problemi alla schiena e altri disturbi dell’apparato locomotore sono spesso provocati o aggravati dal tipo di lavoro che si esercita. Nei nuovi studi commissionati dalla SECO si stima che la minore produttività e le assenze per malattia costino ogni anno all’economia oltre quattro miliardi di franchi.
La SECO lancia pertanto, in collaborazione con gli ispettorati cantonali del lavoro e la SUVA, l’iniziativa «Disturbi dell’apparato locomotore». In primo piano vi sono l’esecuzione dei controlli previsti dalla legge sul lavoro e la valutazione dei rischi sul posto di lavoro. Nella moderna società di servizi i disturbi dell’apparato locomotore sono i problemi di salute più frequenti sul posto di lavoro e spesso la causa è riconducibile a condizioni di lavoro non ottimali. Due nuove pubblicazioni illustrano i costi e i fattori di rischio, fornendo inoltre indicazioni sulle misure di prevenzione più efficaci.
Nel rapporto della SECO “Conditions de travail et maladies de l’appareil locomoteur: estimation du nombre de cas et des coûts macroéconomiques pour la Suisse” si stima che 670.000 lavoratori soffrano di malattie muscoloscheletriche riconducibili all’esercizio dell’attività lavorativa.
Secondo le stime, i costi aziendali per una ridotta produttività derivante da affezioni dell’apparato locomotore legate al lavoro ammontano ogni anno a 3,3 miliardi di franchi.
I costi aziendali delle assenze per tali disturbi raggiungono quasi un miliardo di franchi all’anno.
Con una buona organizzazione del lavoro a livello procedurale ed ergonomico, come richiesto dalla legge, si potrebbero evitare quasi tutte le assenze dal lavoro (costi pari all’incirca ad un miliardo di franchi) e gran parte delle perdite di produttività (2,7 miliardi di franchi) derivanti da malattie dell’apparato locomotore legate, interamente o in parte, al lavoro. Migliori condizioni di lavoro permetterebbero un risparmio potenziale di oltre 3 miliardi di franchi all’anno.
In realtà tali costi sono ancora più elevati, poiché i casi di invalidità nonché i pensionamenti anticipati non vengono presi in considerazione per la mancanza di dati disponibili. Nel 2008 ben 51.271 persone hanno percepito una rendita AI a seguito di una malattia muscoloscheletrica.
Circa un terzo di questi casi è riconducibile a sforzi professionali.
Un’attuazione coerente della legge sul lavoro permetterebbe senz’altro di ridurre sensibilmente i miliardi di deficit dell’AI.
La percentuale delle malattie muscoloscheletriche è parecchio elevata, così come le ripercussioni sui lavoratori e sull’economia e pertanto la SECO ha deciso di adottare delle misure.
In collaborazione con gli ispettori cantonali del lavoro e la SUVA, la SECO organizza per il 2010 e il 2011 un’iniziativa concernente il controllo dei fattori di rischio che possono nuocere all’apparato locomotore. I verbali di controllo degli ispettori del lavoro vengono integrati con domande sui fattori di rischio.
Le aziende hanno la possibilità di controllare autonomamente le postazioni critiche di lavoro sulla base delle direttive della SECO e dello strumento di valutazione «Rischi per l’apparato locomotore» o con il metodo degli indicatori chiave della SUVA.
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