Il programma di stabilizzazione 2017−2019, licenziato la scorsa settimana, prevede sgravi annui compresi tra 800 milioni e 1 miliardo di franchi
Il forte apprezzamento del franco svizzero, innescato dall’abbandono della soglia minima del cambio franco-euro da parte della Banca nazionale svizzera (BNS), ha lasciato tracce evidenti nel bilancio della Confederazione. È stato necessario correggere notevolmente al ribasso le previsioni relative alla crescita economica e al rincaro.
Di conseguenza, dichiara in una nota il Consiglio federale, le entrate della Confederazione hanno avuto un’evoluzione molto più lenta di quanto era stato previsto inizialmente. Il Parlamento ha approvato le prime misure di sgravio di circa 1 miliardo già nell’ambito del Preventivo 2016. Tuttavia, i rimanenti deficit strutturali negli anni di pianificazione finanziaria 2017–2019 rendono necessarie misure di risparmio più capillari.
Stando alle conoscenze attuali, nei prossimi anni il programma di stabilizzazione non sarà sufficiente per ottemperare alle direttive del freno all’indebitamento.
Dal 2018 incomberanno sull’attuazione del progetto deficit strutturali fino a 1,5 miliardi. Ciò è dovuto, da un lato, alle uscite crescenti nel settore dell’asilo e, dall’altro, a decisioni del Parlamento con incidenza sui costi (riforma della previdenza per la vecchiaia 2020, esercito, Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato, Riforma III dell’imposizione delle imprese). Nelle prossime settimane il Consiglio federale si occuperà in maniera approfondita dell’evoluzione del bilancio e deciderà se introdurre ulteriori misure di risanamento.
Risultati della consultazione
Nella consultazione sul programma di stabilizzazione 2017−2019 la maggioranza dei partecipanti ha espresso parere in linea di massima favorevole sul consolidamento delle finanze della Confederazione. È stata accolta anche l’intenzione di prevederlo principalmente sul versante delle uscite. Per quanto riguarda l’entità e il tipo di sgravi, le opinioni divergono ampiamente.
Di conseguenza, pressoché nessuna misura prevista nel programma di stabilizzazione è stata accolta all’unanimità. I Governi cantonali si sono opposti al trasferimento degli oneri ai Cantoni.
Nel messaggio il Consiglio federale rinuncia, pertanto, a quelle misure che avrebbero gravato eccessivamente i bilanci cantonali. In questo modo, ad esempio, non è necessario procrastinare l’apertura di altri centri di accoglienza federali per i richiedenti asilo e l’indicizzazione del versamento nel Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FIF) viene leggermente modificata.
Rispetto all’avamprogetto per la consultazione, la modifica più consistente è stata apportata all’esercito: a seguito della decisione del Parlamento di stabilire un limite di spesa di 20 miliardi, non si dovrebbero effettuare tagli in questo settore come era stato pianificato.
I risultati della consultazione sono riassunti in un rapporto separato.
Esternalizzazione dell’Autorità federale di vigilanza sulle fondazioni
Oltre alla legge federale sul programma di stabilizzazione 2017−2019, nel quadro del presente progetto deve essere approvata una nuova legge per esternalizzare l’Autorità federale di vigilanza sulle fondazioni in un istituto di diritto pubblico. In questo modo, il bilancio della Confederazione beneficerà di un ulteriore sgravio di circa 650’000 franchi all’anno.
DFF