All’assemblea dei delegati appello alle forze politiche con posizioni analoghe
Dopo la catastrofe di Fukushima in primavera il tema principale del partito, il nucleare, era in cima all’agenda politica. Ora l’agenda politica dei Verdi è cambiata. All’assemblea dei delegati a Neuchâtel hanno tenuto banco temi sul franco forte, l’immigrazione, ma soprattutto l’annuncio del ritiro di Micheline Calmy-Rey ha mosso il presidente del partito, Ueli Leuenberger, a rivendicare per l’ennesima volta un seggio in Consiglio federale.Un mese fa il presidente aveva lanciato la candidatura di alcuni politici di notevole profilo, su cui spicca il presidente del Consiglio basilese Guy Morin. Comunque il nodo da sciogliere è al posto di chi far entrare un verde nel governo. Ueli Leuenberger chiede al PD se preferisce un candidato UDC, che non appoggia l’uscita dal nucleare, a un candidato dei Verdi. In questo caso il Pd si ritroverebbe in una situazione difficile nel difendere il seggio di Micheline Calmy-Rey poiché da solo non è in grado di far eleggere un verde. I Verdi hanno dunque bisogno di voti oltre la sinistra e hanno così rivolto un appello ai partiti che la pensano più o meno allo stesso modo sul nucleare, nell’intento di formare un’alleanza. Si tratta di Evangelisti, PPD, PS, PBD e verdi liberali. Ad alcuni nel partito non piacciono però le richieste premature dei vertici, esortando ad attendere i risultati delle elezioni federali prima di nominare canditati all’elezione del Consiglio federale. L’ambizione dei Verdi per le prossime federali è di superare il 10% dei consensi. L’ultimo barometro elettorale assegna agli ecologisti un 9.5% delle intenzioni di voto.
Gaetano Scopelliti