Dal 1° novembre il Consigliere federale ticinese è entrato al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Il dossier Ue sarà il suo compito più importante
Passati il periodo della campagna elettorale e le critiche di opportunismo (prima l’adesione e poi l’uscita da Pro Tell Pro Tell, organizzazione sulle armi in Svizzera) e di troppa vicinanza alla destra, il consigliere federale PLR Ignazio Cassis ha ereditato il DFAE con i suoi collaboratori dal ministro uscente Didier Burkhalter. Cassis ha operato le prime scelte riguardanti i collaboratori più diretti, confermando il responsabile della comunicazione del DFAE, Jean-Marc Crevoisier e l’assistente personale di Burkhalter, Jon Fanzun. Cassis potrà sostituire due collaboratori e quando i ministri prendono le redini del dipartimento tendono a sostituire il segretario generale del DFAE, attualmente Benno Bättig. Il ministro uscente prima delle sue dimissioni aveva provveduto a sostituire i collaboratori in alcuni posti. In queste decisioni di Burkhalter c’è quella della segretaria di stato, la socialista Pascale Baeriswyl, scelta un anno fa dal governo in quest’importante posto per il dossier Ue, incaricando Baeriswyl con il compito di coordinare le trattative con Bruxelles. Il dossier Ue sarà l’incognita più rilevante nei compiti di Cassis come ministro degli esteri. È rimasta indelebile l’espressione pre-elezione di Cassis del “reset-button”, a significare che alcune cose devono essere nuovamente definite, come “l’accordo quadro istituzionale” con l’Ue.
Sarà comunque inutile attendersi conseguenze da “cancellazioni” nella politica europea, come le speranze che l’espressione di Cassis, peraltro mai ufficiale, ha acceso nei critici verso l’Ue, in primis l’Unione democratica di centro (UDC). “Le consegne da parte di Burkhalter sono un punto di partenza” ha detto Cassis “e con tutti i collaboratori studieremo per 100 giorni le strategie da attuare”. Cassis continuerà sull’attuale strategia del governo e cambi di direzione nella politica europea sarebbero decisioni che spettano a tutto il governo e al parlamento. Tra meno di un mese è attesa a Berna la visita del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker. Il nuovo governo sarà impegnato nell’incontro sull’argomento che riguarda una nuova concessione del contributo del miliardo di coesione destinato a sostenere lo sviluppo dei Paesi economicamente più deboli dell’Unione europea. Un tema che riguarda anche la politica interna e Cassis dovrà aspettarsi una ventata di sostegno da tutti i partiti.
Inoltre Cassis dovrà impegnarsi su altre politiche europee. Ci saranno da chiarire i rapporti con l’Italia; la firma dell’accordo fiscale e poi la questione delle succursali bancarie in Italia. Smarcatosi da Burkhalter con alcune promesse fatte alla destra, avanzato dopo l’hearing a candidato favorito dall’UDC, ora dovrà rispettarle. Innanzitutto nella politica dello sviluppo, con la Svizzera orientata alla cooperazione nello sviluppo mondiale. La destra vuole ridurre il budget e la sinistra aumentarlo. Cassis non appartiene almeno a quelli che desiderano ampliare gli aiuti finanziari poco sostenuti anche dal PLR. Saranno 100 giorni molto teorici per Cassis, prima di potere mettere alcuni accenti sulla politica estera. Durante questo periodo stilerà un bilancio sulla sua attività quale consigliere federale e non rilascerà dichiarazioni, ha dichiarato il ticinese che dovrà dimostrare di non essersi già affacciato un pò troppo dalla finestra.
Gaetano Scopelliti