Il Re dei Sorcini torna a farci sorridere in questo periodo di crisi con “Puro Sprito”, un disco con il quale l’artista vuole allontanare i malumori e la tristezza e dare spazio all’ottimismo. Nell’album sono presenti anche due inediti: ‘Sorridere sempre’ e ‘Testimone’
‘Puro Spirito’ è il best of più ironico e trasgressivo di Renato Zero. Il disco raccoglie i brani più pungenti e ironici della discografia dell’artista: diciassette canzoni che ripercorrono i passaggi più irriverenti e provocatori del Re dei Sorcini. Alle canzoni entrate nel patrimonio collettivo, che Zero usa anche come bussola per ricordare i passaggi fondamentali della sua storia, si accompagnano i due inediti ‘Sorridere sempre’ e ‘Testimone’. Il primo è un vero e proprio inno all’ottimismo e all’autostima scritto da Zero stesso su musica di Maurizio Fabrizio. Già il nome della traccia è una chiara espressione del consiglio che l’artista ha sempre dato ai suoi fan, ovvero quello di non trascurare mai la felicità, di non abbandonare un buon sorriso per una brutta faccia triste. Gli stessi presupposti positivi ma con una declinazione e uno stile diversi sono, invece, contenuti nel secondo brano inedito scritto dall’amica di sempre Mariella Nava, l’unico pezzo romantico dell’album che vede come narratore un uomo che ha vissuto una vita come testimone, cioè accanto a qualcuno. Sono contenuti in ‘Puro Spirito’, anche la versione di ‘Paleobarattolo’ del 1995 e il medley in studio, fino ad oggi inedito, di ‘Triangolo – Mi vendo’. Disponibile in contemporanea anche su iTunes e sugli altri canali digitali (distribuzione digitale Kiver/Tattica), ‘Puro Spirito’ è parte integrante di un più ampio progetto attraverso il quale il cantautore si pone l’obiettivo di rileggere l’intera sua produzione artistica, oltre che ripubblicando ciascun titolo del suo catalogo rimasterizzato (sono appena stati ripubblicati ‘Zero’ e ‘Voyeur’), anche trasversalmente, ndividuando, ogni volta, un tema conduttore. Lo scorso anno è stata la volta dell’amore, con l’album ‘Segreto Amore’. Quest’anno è il turno dell’ironia, che, non a caso, Renato sceglie in questo momento storico. Il Renato nazionale, parlando dell’ottimismo, ha detto: “Per me è una questione di Dna. Mi arriva dalla mia famiglia. Mia madre, romana da generazioni, è sempre stata capace di quella sorta di esorcismo che permise di uscire dagli anni della guerra con il buonumore. Da mio padre ho avuto un’altra eredità: lui, figlio di contadini e pastori che avrebbe voluto essere baritono, mi ha regalato la voglia di sfidare il destino e di considerare la musica non come una distrazione ma come un impegno serissimo. Più che alle orecchie deve arrivare al cuore”. Poi ha aggiunto: “La mia è una spensieratezza relativa. Scherzo, rido ma parlo di cose serissime. ‘Menefotto’ è un pezzo sul qualunquismo dilagante e sul tracollo generale creato dal non volersi mai prendere responsabilità. Potrebbe essere stato scritto oggi. Così come ‘Soldi’, che la dice lunga sul fatto che siano sempre i ricchi ad arricchirsi. O ‘Erotica apparenza’, sull’abuso di collagene e plastica. Se fai i sermoni la gente non ti ascolta. Se giochi riesci a far riflettere di più, un po’ come facevano Chaplin e i fratelli Marx”.Queste invece le parole con le quali ha commentato il suo nuovo best of: “Ognuno rammenta le date con un proprio sistema. Nel mio caso ad ogni emissione discografica corrispondono certi particolari momenti degni di essere ricordati. Ciascuna di quelle canzoni ha accompagnato periodi più o meno esaltanti della mia vita. I luoghi delle mie ispirazioni non sono mai stati casuali. Una composizione musicale e letteraria necessita sempre di uno scenario singolare. Sono stato stimolato dai tramonti di Ventotene e dalle notti sempre particolarmente feconde del mio piccolo universo residenziale. Finestre aperte. Pochissima luce artificiale. E soprattutto silenzio”.
1 commento
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