L’aumento del livello di sicurezza per l’aviazione civile è stato del 49% rispetto a prima
C’è una buona notizia che riguarda l’anno 2011 ed è il traffico aereo civile: è stato l’anno più sicuro per i viaggiatori. La notizia è stata diffusa da Ascend, la società britannica che si occupa di statistiche e consulenze in ambito aerospaziale. Ebbene, i risultati dell’indagine sono eccezionali: c’è stato un solo morto per 7 milioni e 100 mila passeggeri. In termini assoluti i morti sono stati appena 401 sul totale dei viaggiatori che nel 2011 hanno preso un aereo. Per arrivare a scovare un dato simile o addirittura migliore, bisogna risalire al 2004, quando i passeggeri deceduti furono 344. Allora, però, i voli furono il 30 per cento di meno e di conseguenza anche il volume totale dei passeggeri lo furono. Come si sa, più passano gli anni e più aumenta il numero dei passeggeri e il numero dei voli, ma contemporaneamente aumenta anche il livello di sicurezza. Una volta accadevano incidenti per il sistema mal funzionante di scongelamento del ghiaccio che si formava sulle ali, per la portiera dell’aereo non perfettamente chiusa (incidente avvenuto nei cieli di Spagna nel 1974), per il cattivo funzionamento dell’altimetro (incidente dell’Alitalia sulle colline di Baden negli anni ’80), per le piste ghiacciate e per le tante cause di avaria ai motori o al sistema elettrico e quant’altro. Bisogna dire che l’aviazione civile ha fatto tesoro delle disgrazie ed ha realizzato enormi progressi nel campo della sicurezza. D’altra parte, lo imponeva sia il dovere di provvedere alla sicurezza dei passeggeri, sia la concorrenza sempre più agguerrita dei treni ad alta velocità (questo per quanto riguarda i traffici nazionali). Tornando alle statistiche, vi è da aggiungere che le cifre citate riguardano i voli delle compagnie europee ed americane e in genere dei Paesi avanzati, ma la media delle vittime per numero di voli o di passeggeri aumenta se si considerano i voli di compagnie meno quotate, come quelle del Sud Est asiatico e dei Paesi meno sviluppati, compresi i vecchi velivoli dell’ex Unione Sovietica venduti a Paesi terzi. In questo caso i dati sopra riportati vanno abbassati (non uno ogni 7 milioni di passeggeri, ma uno ogni 2 milioni di passeggeri. Se si prendono in considerazione i luoghi ove avvengono gl’incidenti, si scopre facilmente che in Europa e in America del Nord essi sono pressoché inesistenti, ad accezione di elicotteri, piccoli aerei privati, eccetera, ma questi voli non sono classificabili come traffico dell’aviazione civile.
Altri dati che segnano un record: l’ultimo incidente aereo risale al 13 ottobre ed è avvenuto in Papua Nuova Guinea. Si tratta di 61 giorni senza un solo incidente aereo. Per ritrovare un periodo di sicurezza così lungo, bisogna tornare al 1985. L‘ultima cifra riguarda la percentuale del livello di sicurezza, che è salita del 49% nel 2011. Ciò detto, perché c’è molta gente – è la stragrande maggioranza – che ha paura di volare? Un tale diceva che ”il volo è sempre una piccola morte” e forse la spiegazione è tutta qui. Molti hanno paura dell’aereo perché – si dicono – in caso caso d’incidente c’è solo da raccomandarsi a Dio. Molti altri sanno benissimo che l’aereo è il mezzo di trasporto più sicuro (basterebbe confrontare il livello di sicurezza dell’aereo con il numero di incidenti d’auto in un solo fine settimana di un qualsiasi Paese con una popolazione di una ventina di milioni di abitanti per rendersene conto), ma sono sempre diffidenti. Si dicono, infatti: è vero, è il mezzo più sicuro, ma se quando l’aereo cade ci sono io sopra, che me ne faccio delle statistiche se poi a morire sono io? Ci sono anche molti altri che non viaggiano in aereo perché a guidarlo non sono loro (per fortuna) ma un altro, il pilota (anche qui, per fortuna). Può accadere che chi guida un’auto, se sta seduto a fianco del guidatore, possa vivere in apprensione. E‘ lo stesso meccanismo psicologico del viaggiatore che ha paura di viaggiare in aereo. Insomma, non si viaggia in aereo per una paura tutta inconscia: quella di morire, di fronte alla quale si possono fare tutti i ragionamenti del mondo ma non c’è statistica che tenga, si ha paura e basta.