36 MILA CERVELLI IN FUGA!!!
La mattina del 1 dicembre 2011 circa 36000 persone provenienti da tutta Italia si sono trovate all’hotel Ergife (ROMA) sulla via Aurelia. Come mai? Era in corso un raduno “rave”? Dovevano assistere al concerto di un famoso cantante o gruppo musicale? No! Volevano partecipare alle prove di selezione linguistica per poter insegnare o lavorare all’estero. Ripeto 36000 persone, tutte di ruolo nelle scuole italiane! Sappiamo bene quanto tempo e quanta fatica ci vuole per diventare di ruolo in Italia. Un segno di come si cerca di reagire a situazioni di vita quotidiana diventate molto difficili. Erano docenti di scuola media, di scuola superiore e personale Ata (segretari di scuole o applicati di segreteria). Una volta entrati nelle sale dove si sarebbe svolta la prova relativa alla lingua francese per accedere alla graduatoria dei lettorati hanno scoperto che si trattava di leggere 40 quesiti a risposta multipla, di cercare le risposte in un volume contenente 4000 risposte che era stato loro consegnato al momento della prova ben sigillato e di registrare i risultati. Inoltre dovevano leggere 4 testi e rispondere ad alcune domande. Tutto questo doveva avvenire in 45 minuti . L’ente di formazione Formez aveva preparato le prove per conto del M.A.E. La notizia che le prove erano strutturate in questo modo tuttavia era circolata solo 2 giorni prima! A quanto riferisce “Il fatto quotidiano “ del 1 e 2 dicembre molti dei partecipanti hanno contestato le modalità e poi chiamato polizia e carabinieri. Forse qualcuno, preso dal timore di non farcela vista la lunghezza del compito e il poco tempo a disposizione, ha protestato e poi la protesta si è estesa a molte persone innervosite dall’imprevisto, dalle difficoltà oggettive e dall’importanza della prova per la loro vita futura. Poi sembra che il presidente della commissione abbia sospeso la prova, molti sono andati via. Tuttavia la prova di tedesco e quella di inglese sono state svolte più tardi. Una docente ricorda: ”Nel concorso del 1995 i candidati per il tedesco erano circa 60 (docenti di ogni ordine e grado e personale Ata). Nel 1997 i partecipanti erano alcune centinaia. L’esplosione progressiva c’è stata nel 2002 e 2006 fino ad oggi in cui si è giunti ad un livello esplosivo di domande e di tensione. Io c’ero ed è stato terribile. Le prove che dovevano iniziare alle 8.00 sono invece alla fine iniziate alle 16.30.” Ci si chiede come mai tante persone abbiano questa urgenza di lavorare all’estero. Forse sono spinti dal desiderio di fare nuove esperienze didattiche e lavorative? Crediamo che molti in realtà abbiano questa motivazione e vogliano impegnarsi a fondo sfruttando la ricchezza della loro formazione. Sono pronti a mettersi in gioco, a creare rapporti culturali con le realtà dei paesi di accoglienza. Forse ci sono anche motivi di natura economica. In effetti In Italia i docenti ed il personale di segreteria sono pagati poco, gli scatti di stipendio sono irrisori, la mole di impegni tra lavoro in classe, collegi docenti, riunioni di istituto, corsi di aggiornamento e di formazione, riunioni con i genitori, preparazione delle lezioni e correzione dei compiti risulta notevole. Molti credono che se le condizioni di lavoro fossero migliori, se ci fossero altre possibilità di crescita e di sbocco lavorativo, se venisse riconosciuto di più il merito e il futuro non fosse così incerto e buio, se il costo della vita non fosse così elevato, forse ci sarebbero meno concorrenti a sostenere queste prove. Comunque, visto che esiste questa possibilità di lavoro molte persone desiderano seguire questa strada. Invece per i docenti assunti in loco non viene fatta in genere una selezione in base alla conoscenza linguistica. Come se per il solo fatto di risiedere all’estero fosse automaticamente riconosciuto loro anche un patentino linguistico. In realtà, al contrario, molte persone che vivono in Svizzera non conoscono sufficientemente la lingua locale con tutto quello che ne consegue. Inoltre quelli che vivono all’estero da molto tempo non conoscono in genere le più recenti evoluzioni della lingua italiana e non sono esenti da interferenze linguistiche. Voi che ne pensate? Antonia Pichi