Sulla tariffa unitaria TARMED sono previsti interventi governativi con l’obiettivo di risparmiare 700 milioni di franchi e contenere l’aumento dei costi sanitari
L’attuale TARMED non corrisponde più alla realtà. La TARMED, introdotta nel 2004, è la struttura delle tariffe mediche valida in tutta la Svizzera che definisce e valuta le prestazioni dei medici a cospetto di 4.000 posizioni tariffali. Per anni i partner tariffari del mondo della sanità (medici, ospedali e casse malati) non sono riusciti a trovare un’intesa su una revisione totale e di conseguenza il Governo ha preso il dossier in mano e avvalendosi della sua competenza sussidiaria, adegua nuovamente il tariffario TARMED.
Il Governo si pone tramite le nuove misure di risparmiare 700 milioni l’anno, tutto a vantaggio degli assicurati sui premi cassa malati dal 2018. Soldi che non andrebbero più ai medici, soprattutto agli specialisti. La quota dei compensi sopra tariffali è stimata in 460 milioni dalla Confederazione. Il resto riguarderà gli evitabili incentivi sbagliati.
Durante la presentazione del nuovo tariffario, il ministro della sanità Alain Berset ha spiegato i motivi dell’intervento governativo: “Il Consiglio federale vuole diminuire la crescita dei costi con la correzione di prestazioni troppo care e di incentivi sbagliati.” L’intervento è solamente una soluzione transitoria, perché è compito dei partner tariffari trovare le soluzioni e concordare una revisione delle strutture tariffarie da sottoporre all’approvazione del Governo. Le attuali misure devono aumentare la trasparenza e rendere TARMED più appropriata. Sulle prestazioni per i pazienti non cambierà nulla.
Le proposte di cambiamento riguardano le prestazioni che non saranno più valutate secondo la durata del perfezionamento medico, ma con una durata uniforme del perfezionamento. Così si evita che gli specialisti siano rinumerati meglio dei medici di base. I progressi della tecnica medica permettono di rivalutare alcune prestazioni che richiedono meno tempo, ad esempio l’operazione della cataratta. “Grazie alla tecnica è possibile seguire operazioni che durano due o tre volte in meno che in passato” ha spiegato Berset “ma le tariffe sono rimaste le stesse, di fatto triplicate nell’arco di dieci anni”. Saranno modificate e precisate anche diverse regole di fatturazione. Il radiologo non potrà più fatturare le visite per le risonanze magnetiche perché non presente, saranno limitate e meglio precisate le posizioni tariffarie dei medici per la fatturazione in assenza del paziente. Ciò permette più trasparenza per i pazienti e le casse malati.
Sugli adeguamenti, che non hanno avvicinato i partner, le razioni sono contrastanti: per medici e ospedali sono inaccettabili, per gli assicurati è una buona notizia e un passo avanti.
L’associazione professionale dei medici FMH respinge le proposte del Governo. “A essere svantaggiati sono soprattutto gli specialisti”, ha detto Urs Stoffel, responsabile FMH “tutte le loro prestazioni sono riviste al ribasso e gli interventi più complicati non sono rivalutati e rimborsati meglio”. Delusa anche l’associazione degli ospedali H+, che deplora un intervento unilaterale del Consiglio federale e il rischio di un aumento del deficit degli ospedali fino a un 1 miliardo di franchi nel settore ambulatoriale.
L’assicurazione degli assicurati malattia Santésuisse giudica positiva la proposta, ma insiste sulla soluzione del sistema forfettario tariffario, che corrisponde a una tariffa globale che copra tutti gli interventi di una cura prestata, con un risparmio maggiore. Le premesse per un’intensa non sono dunque delle migliori e dal 1° gennaio 2018 entreranno in vigore le modifiche, poiché da quella data non sarebbe più valida nessuna struttura tariffale concordata.
Gaetano Scopelliti