Durante la riunione di mercoledì scorso il Consiglio federale è stato informato dalla sua giunta per la politica economica, composta dai dipartimenti DEFR, DFF e DATEC, sulla situazione dopo l’abolizione della soglia minima di cambio tra franco ed euro. La seduta si è aperta con un colloquio tra il Consiglio federale e il presidente della Direzione generale della BNS. Inoltre il Consiglio federale ha effettuato una prima analisi della situazione monetaria e delle possibili ripercussioni per l’economia.
Durante la conferenza stampa il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca DEFR Johann-Schneider-Ammann, facendo riferimento soprattutto all’industria del turismo e dell’esportazione, ha dichiarato: “Se questa sopravvalutazione rimane a lungo peggiorerà chiaramente la competitività di tante imprese”. Al momento però la Svizzera non si avvicinerebbe ad una recessione ha sottolineato il Consigliere federale, solo nel caso di una recessione forte si penserebbe ad un programma congiunturale. La situazione però sarebbe “molto esigente”. L’annullamento della soglia minima del cambio franco-euro avrebbe portato ad una grande insicurezza e fino a quando durerà l’alta rivalutazione del franco non lo saprebbe nessuno.
Il Consiglio federale ha ribadito l’indipendenza della Banca nazionale. L’obiettivo dell’incontro con il presidente della Direzione generale della BNS, Thomas Jordan, era di informarsi direttamente sui motivi della decisione e poter effettuare una prima valutazione della situazione. Il tasso di cambio minimo franco-euro è stato uno strumento importante e benefico, ma comunque di durata limitata, che ha offerto agli imprenditori svizzeri una sicurezza pianificatoria. Molti di essi si trovano ora a dover affrontare sfide notevoli. Al momento non è tuttavia ancora chiaro quali saranno i prossimi sviluppi. Occorre quindi evitare reazioni avventate.
Per poter rafforzare la competitività delle imprese svizzere ci vorrà un aumento della produttività tramite innovazione, questo è il parere del Consiglio federale. Sarebbero tre punti essenziali: l’aumento della produttività, il rafforzamento della resistenza dell’economia politica e il lenimento di eventuali effetti collaterali. Lo sviluppo congiunturale dipende essenzialmente dall’andamento dei tassi di cambio e da altri fattori, ciò rende particolarmente difficile una sua previsione nel momento attuale. Per questo reazioni e decisioni precipitose non sono ritenute opportune. Il Consiglio federale è comunque consapevole delle grandi sfide a cui l’economia dovrà far fronte. Per le imprese che producono in Svizzera la rivalutazione del franco equivale a una perdita di competitività a livello di prezzi rispetto ai concorrenti di altre aree monetarie. Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), insieme al Dipartimento federale delle finanze (DFF), esaminerà pertanto la situazione in modo approfondito e informerà regolarmente, a partire da febbraio, il Consiglio federale sulle conseguenze economiche dell’andamento dei tassi di cambio, sottoponendogli proposte per il seguito.