Il destino di Ignazio Cassis e Mendrisio sembrano incrociarsi quando nella agenda dell’attuale Presidente della Confederazione appare un evento di rilievo.
Per esempio, a Mendrisio nel dicembre 2019 Cassis annunciava che l’UNESCO, la agenzia ONU per i beni culturali, era pronta ad organizzare un importante convegno a Lugano.
Quest’ultimo, non fosse poi arrivato il Covid-19, avrebbe segnato il ritorno della città sulle rive del Ceresio tra le locations congressuali di interesse mondiale.
“Vengo dal sud della Svizzera e la mia lingua è l’italiano”, queste le parole con cui Cassis presentò la iniziativa e, descrivendo le relazioni con suoi i colleghi della Berna federale aggiungeva: “la Svizzera é multilingue, ma la lingua non è solo una sequenza di frasi: traduce anche una mentalità, un sentimento, una cultura. Sono proprio questi valori che rendono multiculturale il nostro paese, e nel corso dei secoli ha permesso alla Confederazione di ritagliarsi una capacità di mediare molto apprezzata a livello internazionale”.
Queste note di cronaca del passato sembrano anticipare le breaking news di oggi, che proprio a Lugano vedono impegnato il responsabile di Eidgenössisches Departement für auswärtige Angelegenheiten-EDA nella prima conferenza mondiale per la ricostruzione della Ucraina, ancora in guerra con la Russia.
Accantonando gli impegni di protocollo, ed in qualità di presidente di turno della Confederazione, Cassis ha fatto visitare ai colleghi del Consiglio Federale la regione italofona a sud delle alpi e, in particolare, ha aggiunto una sosta alla Accademia di Architettura di Mendrisio alla sequenza degli incontri annuali extra-muros riservati alla nostra squadra di governo.
I residenti ed i numerosi media presenti all’incontro hanno apprezzato della atmosfera informale venutasi a creare per informarsi, direttamente con i consiglieri federali, sulla attualità dei palazzi bernesi.
“Il governo è vicino al sud nel paese”, ha commentato Cassis, “anche perché conosco le particolarità di questo territorio da cui provengo. Anche a Berna le difficoltà di questi mesi costringono ad un impegno continuo. Ormai il Consiglio Federale si è abituato a gestire più emergenze contemporaneamente. Dopo la pandemia, è iniziato il conflitto Russia-Ucraina; in autunno prevediamo l’arrivo dell’inflazione e di una crisi energetica. Fortunatamente”, ha rassicurato il responsabile di EDA, “il Consiglio Federale è forte quando è unito. Questa mia visita in Ticino, insieme ai consiglieri federali, ve lo può confermare”.
di Andreas Grandi