Checché se ne dica, gli Europei li stavamo aspettando tutti. Non saranno i gloriosi tempi passati, quando gli Azzurri sfoggiavano fuoriclasse invidiati da tutto il mondo, forse quest’anno siamo un po’ più modesti oltre che vecchiotti ma, diciamolo pure, noi alle sorprese ci crediamo sempre! Perché l’Italia ha un rapporto eccezionale col pallone di calcio. È un affare viscerale che riesce a tenere incollati agli schermi migliaia e migliaia di occhi, di tutte le età e di tutte le regioni, a un pallone, quasi a volerlo spingere in rete con la forza dello sguardo.
Noi di sorprese ne abbiamo avute alcune, come la rivelazione di Totò Schillaci nei mondiali del ’90 o la più “recente” impresa eroica di Grosso con quel goal in semifinale alla Germania nel 2006 che ci qualificò per la finale con la Francia finita ai rigori con, ancora una volta, Grosso protagonista nel penalty conclusivo. Tutto questo in realtà accadeva ai Mondiali, per gli Europei invece l’Italia non è più riuscita a sorprenderci dal 1968 (l’ultima e unica vittoria) se non negativamente! Pensiamo di nuovo alla Francia che nel 2000 ce li rubò letteralmente. A quella finale con la nazionale di Zoff che, dopo aver dominato per l’intera partita, goffamente beccò il goal del pareggio al ‘93°, perdendo poi ai supplementari con il golden goal. Ammettiamolo tutti, il ricordo di quella sconfitta brucia ancora.
Ma ogni volta siamo pronti a ripartire, a crederci, a sperare sempre e comunque perché il sangue degli italiani si tinge di azzurro e il cuore sembra assumere incredibilmente una forma sferica: il nostro cuore è nella rete! E poco importa se ci vogliono demoralizzare con pronostici poco allegri, come un piazzamento al 12° posto o che non si riuscirà nemmeno a superare i quarti di finale. C’è perfino chi dice che non abbiamo bomber a cui affidare i nostri goal e chi ci ha definito la formazione più “scarsa” degli ultimi anni. “Nel calcio può succedere di tutto ma questa nazionale è la meno forte di sempre. Mancano i fuoriclasse come Rivera, Del Piero e Roberto Baggio e non c’è nessuno che faccia la differenza” chiosa l’ex giocatore Pietro Anastasi. Ma è pur sempre la nostra Nazionale e per questo nessun giudizio emesso da bocche esperte o meno potrà toglierci mai l’orgoglio tricolore e la speranza di poter vedere i nostri Azzurri in alto.
Muniti di bandiere tricolore, di maglie azzurre, di gadget assurdi, cori stonati, pizze e birre, siamo pronti a scendere in campo, in ogni competizione, con il cuore nel pallone, pronti ad andare in rete! E, per fortuna o bravura, abbiamo anche cominciato bene!
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foto: Ansa
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