In occasione del prossimo incontro ASRI abbiamo fatto qualche domanda al Prof. Piergiorgio Odifreddi che terrà una conferenza dal titolo Il Diavolo e l’acqua Santa. L’interessante conferenza avrà luogo il prossimo 20 maggio presso l’Università di Zurigo (Aula KOL-F-119 ore 18)
Da matematico a saggista: la passione per i numeri e per le scienze, la cultura umanistica e i temi religiosi. Come è possibile conciliare tante passioni così diverse?
Diceva Terenzio: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”. E la cosa è vera non solo per lui, ma per tutti noi: abbiamo interessi svariati e passioni diverse, che ci affascinano non solo in momenti diversi della nostra vita, ma a volte anche lungo tutto il nostro cammino.
I suoi prossimi impegni la vedono protagonista a Zurigo in una conferenza dal titolo “Il Diavolo e l’Acqua Santa”. Può anticiparci qualcosa sui temi della conferenza?
Proprio a causa dei miei interessi per la religione, fin dall’infanzia, ho sempre coltivato l’argomento. E non mi sono mai sottratto al confronto: non solo sporadico e occasionale, ma anche sistematico e ufficiale. Ad esempio, ho fatto l’intero pellegrinaggio dai Pirenei a Santiago di Compostela con due cattolici, Sergio Valzania e Franco Cardini. Essendo però ateo, e i miei interlocutori credenti, si può pensare appunto a un confronto tra “il Diavolo e l’Acqua Santa”.
Tra le sue ultime pubblicazioni vi è “Caro papa teologo, caro matematico ateo”, che racchiude uno scambio di opinioni tra lei e il Papa emerito Benedetto XVI. A suo parere è possibile un dialogo proficuo tra Fede e Scienza? Cosa la spinge ad interrogarsi, quasi accanendosi, sui temi religiosi?
Il dialogo è sicuramente possibile, anche se probabilmente non porta a nessuna conclusione. La realtà dei fatti è che svariati sondaggi, citati anche dall’Avvenire, e dunque accettati nelle loro conclusioni, mostra che percentuali “bulgare” superiori al 90% classificano gli scienziati come atei o agnostici, e la rimanente piccola percentuale di credenti come ebrei o protestanti. Sono dati sui quali mi sembra valga la pena di meditare, soprattutto da parte di chi crede che Scineza e Fede siano conciliabili.
Scienze e Fede: quanto gravano sul comportamento umano e quanto sull’attuale situazione mondiale?
La Scienza pesa soprattutto indirettamente, attraverso la tecnologia che ci fornisce, e del cui uso (e spesso abuso) essa non è ovviamente responsabile. La Fede invece pesa direttamente, visto che spinge, almeno nel caso dei monoteismi, alla presunzione di avere la “Verità” in tasca, e dunque di poterla imporre a coloro che hanno la stessa presunzione, ma con altre “Verità”. Non ci sono mai state “guerre di scienza”, mentre ci sono state e ci sono “guerre di religione”, spesso mascherate da sedicenti “confronti di civiltà”.
Ci sono persone dotate di grande carisma, ragione, logica, apertura mentale, ma anche di grande fede. Come è possibile, secondo lei, la convivenza di tali caratteristiche così differenti?
Le statistiche che ho citato lasciano pensare che tali persone ci siano, ma costituiscano più l’eccezione che la regola. In ogni caso, tutto dipende da cosa si intende per “fede”. Con il dovuto rispetto, dubito ad esempio che “carisma, ragione, logica e apertura mentale” si coniughino facilmente con aspetti imbarazzanti della fede, quali le Madonne piangenti o il sangue di San Gennaro. Certo sono più coniugabili con aspetti più elevati, ma proprio per questo meno popolari, della fede quali l’osservazione di un ordine nell’universo.
Tre Papi a confronto.
Negli ultimi 30 anni si sono succeduti sul trono pontificio tre papi che, ognuno a suo modo, hanno lasciato (e stanno lasciando) un’impronta notevole. Da ateo convinto, può darci un suo parere su Papa Wojtyla, Papa Ratzinger e Papa Bergoglio?
Papa Wojtyla è stato un grande politico, che interpretava il ruolo del papa come quello del condottiero. Sono noti i suoi interventi nella politica polacca, ad esempio, che hanno contribuito alla caduta del muro di Berlino. E anche i suoi interventi contro la teologia della liberazione, che costituiva un tentativo di coniugare il Vangelo con i poveri, soprattutto in continenti come quello Sud Americano, dove invece storicamente esso è stato professato da caudillos e dittatori.
Papa Ratzinger è stata una figura tragica, che ha sperato e si è illuso di poter parlare di fede ai popoli educati e avanzati dell’Europa: con scarso successo, come ha dimostrato la sua scarsa popolarità, che molti attribuiscono al suo scarso carisma, ma che secondo me derivava invece appunto dal voler parlare un linguaggio alto a gente che non sapeva intenderlo.
Papa Bergoglio è il suo contrappasso comico: un parroco sudamericano, che credeva di rivolgersi invece ai popoli sottosviluppati del terzo mondo, e si è accorto (forse con sorpresa) che il suo linguaggio era adatto anche per i sedicenti europei colti. Il suo grande successo mediatico mostra che l’Europa è in fondo un continente intellettualmente tanto sottosviluppato quanto il Sud America, anche se ovviamente è più sviluppato dal punto di vista materiale.
Eveline Bentivegna
Richiedi a La pagina il libro della conferenza
“Caro Papa teologo, caro Matematico ateo”
di Piergiorgio Odifreddi, Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
(Mondadori, 2013 Fr. 18.00)