La strada degli Oscar sembra ormai tracciata, ‘Il Discorso del Re’ si è aggiudicato il premio per il migliore ensamble di attori ai Sag Awards, l’ultimo dei premi importanti prima della notte degli Oscar, mentre Colin Firth è il migliore attore protagonista per la sua interpretazione di Re Giorgio VI, che accetta con riluttanza la monarchia dopo l’abdicazione di Edoardo VIII e che, per superare i problemi di balbuzie si affida ad un determinato e non convenzionale terapista. L’attore, grande favorito agli Oscar dopo aver vinto tutti i più importanti premi minori, in sala stampa ha commentato così l’empatia che il pubblico prova verso il suo personaggio: “Ho ricevuto moltissimi commenti da parte del pubblico, su questo film, è difficile analizzarli e venire a una spiegazione del perché piace tanto. Credo che il fattore principale sia che è un film che racconta l’interazione fra le persone”. Guardando il film è infatti molto facile immedesimarsi nella fatica che Re Giorgio VI dovette sopportare ogni volta che doveva affrontare un discorso pubblico e la vittoria ai Sag anche come migliore ensemble di attori è dovuta anche alla reazione degli altri protagonisti a questa fatica: “Helena Bonham-Carter (che interpreta la moglie del re, la futura regina madre) mi guarda e soffre tanto quando soffro io. Cosa muove il pubblico non è tanto la mia faccia, quanto il suo viso che guarda il mio”. “Per me questo è il premio perfetto – ha detto l’attrice – perché la cosa più importante di essere un gruppo è il fatto che si dipende l’uno dall’altro. La qualità più importante del saper recitare è saper ascoltare, e questo è quello che fa un gruppo di attori riuniti in un cast”. Il discorso del re, forte di dodici nomination è il favorito, tanto più che sabato il regista del film, Tom Hooper è stato premiato per il suo lavoro anche dal Dga, il premio istituito dal sindacato dei registi. Ha fatto molto bene a questa diciassettesima edizione dei premi organizzati dal sindacato degli attori anche The Fighter, dramma sul mondo del pugilato che si è aggiudicato i due premi per i migliori attori non protagonisti, andati a Melissa Leo e Christian Bale, mentre la statuetta per la migliore attrice protagonista è andata a Natalie Portman per Black Swan, altro ruolo pigliatutto, che ha già regalato alla Portman un Golden Globe. Veloci e spontanei, senza le polemiche che Ricky Gervais ha scatenato per le sue battute ai Golden Globes, i Sag Award, in un’ora di trasmissione hanno premiato anche il piccolo schermo: migliore ensamble in una serie drammatica è Boardwalk Empire, la serie sul proibizionismo che ha visto premiato anche il suo protagonista, Steve Buscemi come migliore attore drammatico. Il corrispettivo femminile è andato a Julianna Margulies, per The Good Wife; mentre fra le commedie, il migliore insieme di attori è quello di Modern Family, già premiato agli Emmy, migliore attore è Alec Baldwin per 30 Rock, migliore attrice Betty White per Hot in Cleveland, che, sorpresa dalla vittoria, ha commentato: ”Questa è la più grossa sorpresa che questo mestiere mi ha regatato, a 89 anni”, e quando il pubblico è scoppiato in un applauso: ”Non mi avete mica applaudito quando ho compiuto 40 anni!”. Toccando poi la statuetta, che rappresenta un attore che alza sul viso una maschera teatrale, l’attrice ha commentato con un ”Oh oh!” le nudità del bronzo. La White non era la più anziana rappresentante della categoria degli attori alla serata. Ernest Borgnine, 94 anni, è stato premiato con il premio alla carriera, il Life Achievement Award. Al Pacino, che non era presente, ha vinto la statuetta per il migliore attore di una miniserie per You Don’t Know Jack, mentre il corrispettivo femminile è andato a Claire Danes, per Temple Grandin. Dopo Golden Globes e Sag è dunque facile fare previsioni per gli Oscar.
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