Vince l’anima russa che guarda a uno dei miti dell’Europa, ovvero il monumentale e grottesco Faust di Alexander Sokurov
Il Leone d’oro della 68a edizione del Festival di Venezia è andato al regista russo Alexander Sokurov per il film Faust. Per il Leone d’oro c’é stata unanimità della giuria come ha dichiarato il presidente Darren Aronofki durante la cerimonia: “Ci sono film che fanno piangere, ridere, pensare, commuovere, film che cambiano per sempre le vite. E questo – ha detto il regista americano – è uno di quei film”. Il Leone d’argento per la migliore regia è invece andato a Shangjun Cai per il film Ren Shan Ren Hai (People Mountain People Sea). A Terraferma, di Emanuele Crialese, il Premio speciale della giuria. Michael Fassbender, l’attore tedesco naturalizzato irlandese, ha vinto la Coppa Volpi per l’interpretazione di Shame di Steve McQueen. L’artista a Venezia 68 era anche co-protagonista, con Viggo Mortensen, di A dangerous method, di David Cronenberg. Deanie Yip, l’attrice cinese protagonista di A simple life, della regista di Hong Kong Ann Hui, ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione. L’Italia torna dunque a vincere grazie a Emanuele Crialese e al suo Terraferma, sul quale in pochi avrebbero scommesso. In corsa per l’Italia al Lido era piaciuto anche a molti giornalisti stranieri e aveva dalla sua un argomento forte come quello dell’emigrazione (vero fil rouge di questa edizione), ma la concorrenza sembrava renderlo sulla carta spacciato. Probabilmente il carattere del giurato Mario Martone e la mitezza di Alba Roahrwacher hanno colto nel segno. “Mi sento una persona molto fortunata e privilegiata”, ha dichiarato Crialese, regista di Terraferma, mostrando tutta la gioia per essersi aggiudicato il premio speciale della Giuria. “Ringrazio il direttore Marco Mueller, i pescatori e gli uomini di mare, tutti gli abitanti delle isole Linosa e Lampedusa per avermi insegnato – ha proseguito Crialese sul palco – a guardare oltre orizzonti spesso un po’ stretti. Loro mi hanno sempre sostenuto e aiutato”. Il regista di Terraferma, che ha baciato tutta la giuria, ha ringraziato anche Rai Cinema “per la totale libertà” e il produttore della Cattleya “che ha soffiato sulla vela di una barca che ha rischiato di perdere la rotta”.
Sorpresa e critiche per l’assenza di riconoscimenti a Carnage, di Roman Polanski. Unico film in concorso che aveva messo d’accordo tutti, non c’è stato critico o giornalista che non ne abbia parlato con entusiasmo, ha mancato l’obiettivo di un premio anche se il regista che vive a Parigi e non può uscire dalla Francia per i noti motivi giudiziari, aveva indicato la possibilità, in caso di vittoria, di fare un collegamento video. Per molti è mancato il coraggio al presidente di giuria Darren Aronofski e al suo connazionale Todd Haynes, entrambi americani, di far vincere un collega non gradito negli Usa. Testimonia invece come segno di coraggio il Leone d’argento assegnato a Shangjun Cai per People Mountain Sea. Il regista infatti sembra sia riuscito ad arrivare al festival con una copia diversa da quella a cui le autorità cinesi avrebbero rifiutato per cinque volte il visto censura nonostante i vari cambiamenti portati. Motivo di tanta preoccupazione da parte delle autorità cinesi sembra essere il fatto che la storia di vendetta si svolge in una delle tante miniere ‘clandestine’, ma del tutto conosciute, in cui il lavoro si svolge in totale schiavitù. E veniamo a Shame, del regista e video-artista britannico Steve McQueen: meritatissima la Coppa Volpi a Michael Fassbender. Quest’opera, tra sesso-dipendenza e redenzione, vede l’attore nel ruolo di un uomo malato di sesso che alla fine si redime. Meritatissima anche la Coppa Volpi al femminile andata a Deanie Yip protagonsita di A Simple Life (Cina – HongKong) nel quale interpreta una donna di servizio che dopo sessant’anni presso una famiglia si guadagna quello che spesso neppure una madre riesce ad ottenere, ovvero una digitosa assistenza in vecchiaia. Durante la mostra è stato consegnato il leone d’oro alla carriera al regista Marco Bellocchio: “Non posso che essere contento, era una notizia che conoscevo da molti mesi, però l’emozione si è rinnovata”, ha dichiarato il regista dopo aver ricevuto il premio, consegnatogli da Bernardo Bertolucci. “Ho sempre cercato di essere coerente alla mia idea e alla mia fantasia” ha poi dichiarato il cineasta ai giornalisti; “l’imperativo è stato quello di non farsi mai condizionare dai devo e dai non posso che uccidono la libertà di un artista”. Bellocchio ha parlato anche dei suoi progetti. Tra tutti, un film in lavorazione, Bella addormentata, “che prende le mosse dal dramma di Eluana Englaro” .