Il forellino che si pratica nel lobo delle orecchie per poter infilare gli orecchini è prodotto da un intervento rapido, semplice e in genere indolore. La pratica risale a millenni, ma anche se è di uso comune, non per questo è sempre esente da qualche conseguenza. Intanto, si tratta pur sempre di una procedura invasiva, per quanto ridotta al minimo; poi, va considerato che quel piccolo foro è pur sempre una porta d’ingresso per i germi che sono presenti nella nostra pelle. Di conseguenza, è necessario che sia garantita la sterilità degli oggetti che vengono a contatto con la pelle. In ogni caso, non è bene procedere con il fai-da-te, ma bisogna affidarsi a personale qualificato.
Quando si pratica un forellino nell’orecchio, non c’è solo il rischio di un’infezione, c’è anche la possibilità che compaia un’allergia ai materiali con cui sono fatti gli orecchini stessi. Ci sono persone che sono allergiche ai metalli e in particolare ad alcuni tipi di metalli, che possono contenere leghe di argento e nichel, che magari sono mal tollerate. Se nel giro di poche ore si ha una sensazione di irritazione o si ha prurito e la pelle diventa rossa, allora ci si trova di fronte ad una dermatite da contatto.
Per evitare questo disturbo, bisogna usare orecchini con la scritta “nichel free” oppure di oro, che è un metallo che in genere non dà allergie, anche se ciò non è vero sempre e per tutti. Dunque, fatto il forellino, bisogna usare orecchini sterilizzati e monouso, cioè non bisogna scambiarseli.
Alcune domande. E se restano delle cicatrici? Va detto che se ben fatti, i forellini non lasciano cicatrici, però, fa notare un noto dermatologo, il dottor Paolo Broganelli, “In una certa percentuale di persone, nel punto dove è stato fatto il foro, può comparire una formazione anomala di tessuto, detta anche cheloide”. Queste cicatrici sono piccole e non creano particolari disturbi, ma sono antiestetiche e possono comparire in quelle persone che hanno vasi sanguigni fragili. Il consiglio del dermatologo è che bisogna “evitare di effettuare forature se sono presenti esiti cicatriziali anomali in altre sedi del corpo”. Insomma, prima di bucare bisogna conoscersi.
Esistono rischi particolari per i bambini? La risposta è no, i rischi sono uguali, non c’è differenza tra bambini e adulti. Se si notano maggiori reazioni cicatriziali nei bambini è solo perché la pratica tra di essi è molto più diffusa. In certe zone dell’Italia, ma anche di altri Paesi è tradizione forare i lobi delle orecchie alle bambine fin dalla primissima infanzia. Bisogna fare attenzione, comunque, perché i bambini si muovono, si grattano e possono ferirsi più facilmente che un adulto. Bisogna anche fare attenzione a chi ci si affida, bisogna rispettare alcune norme igienico-sanitarie per evitare rischi di infezione. Tutta la zona del lobo e la parte posteriore dell’orecchio devono essere disinfettate con cura, indossando una mascherina e guanti sterili.
Per la sterilizzazione basta l’alcol? No, perché l’alcol non garantisce l’eliminazione completa dei germi. Bisogna pulire quotidianamente la zona con garza sterile imbevuta di acqua ossigenata. Nei primi giorni non sarebbe male applicare anche una crema antibiotica e non togliere l’orecchino fino a quando la ferita non si è rimarginata.
Ultima domanda: è bene dormire senza orecchini? La risposta è sì, perché una volta che la ferita si è cicatrizzata, l’aria che circola all’interno del foro aiuta la parte a stare bene. Va ricordato che comunque all’interno del foro può verificarsi un ristagno di germi a causa della mancanza di una sana e profonda igiene di tutta la zona.