Il decreto Milleproroghe contiene il prolungamento sino al 30 giugno 2021 del blocco degli sfratti per morosità, in atto già da quasi un anno per effetto di diversi differimenti. Si tratta di una decisione da irresponsabili, che si deve anche a sindacati degli inquilini fuori dal tempo, interessati all’ideologia anziché alla salvaguardia dell’affitto. È evidente, infatti, che misure liberticide come questa, specie se così ripetute ed estese, provocano nelle persone la più totale sfiducia nello Stato e quindi, in questo caso, l’assoluto rifiuto nei confronti di qualsiasi ipotesi di investimento in immobili da locare. Chi avrà una casa in più la terrà vuota, magari in attesa di lasciarla a un figlio. Se potrà, la affitterà ai turisti, quando finalmente potremo riaverli in Italia. Quanto ai locali commerciali, il futuro complice anche la spropositata tassazione e regole contrattuali vincolistiche fino all’ossessività sarà la desertificazione delle città, il degrado e l’insicurezza (finché siamo in mano a gente che pensa di fermare Amazon invece di incentivare le alternative “fisiche”, non potrà che andare sempre peggio).
Il nuovo decreto come i precedenti fa carta straccia delle decisioni dei giudici che hanno stabilito spesso dopo anni e anni di contenzioso, e quindi di indisponibilità del “bene” posseduto di restituire ai proprietari i loro immobili. In tal modo, il Governo legittima situazioni di illegalità consolidate, dando il via libera ai tanti approfittatori che popolano il nostro Paese. Ha detto bene Davide Giacalone nel suo commento quotidiano su RTL 102.5: “Non è socialità, ma furto. È quasi peggio del socialismo reale. Almeno in quel caso ti toglievano la casa ma smettevi di pagarci le tasse”. Già, perché questo sopruso del Governo, non solo non è accompagnato da alcun risarcimento in favore delle vittime del blocco (mentre per monopattini e mancette i soldi si trovano…), ma neppure ha spinto l’Esecutivo almeno ad evitare ai proprietari privati del loro immobile il pagamento dell’Imu. Uno sconcio, una vergogna assoluta. La Corte costituzionale se ne occuperà presto (Confedilizia sta promuovendo azioni in questo senso ma l’ultima parola come noto spetta ai giudici di merito, che devono sollevare la questione). In un Paese civile, però, non si dovrebbe ricorrere alla Consulta per evitare prevaricazioni di tal fatta. La questione è sempre la stessa, ed è quasi umiliante tornare a ribadirla. Se ci sono persone in difficoltà (e fra i tanti beneficiari del blocco insieme con i ladri ci sono ovviamente anche quelle), sono Stato, Regioni e Comuni che devono farsi carico del problema. Con il blocco degli sfratti, invece, oltre a non farsi distinzione fra inquilini in difficoltà e inquilini che se la passano molto meglio dei proprietari (ce ne sono a bizzeffe), viene imposto a privati cittadini di svolgere una funzione che è propria del settore pubblico, evidentemente troppo impegnato a fare ciò che invece dovrebbe lasciare al mercato (ma questa è un’altra storia). Il tutto ripetiamolo mille volte senza alcun risarcimento e pretendendo persino il pagamento dell’Imu. I membri del Governo dovrebbero leggere sul sito di Confedilizia le testimonianze delle vittime del blocco degli sfratti: se lo faranno, proverebbero vergogna, forse.