Le cleantech (tecnologie pulite) sono considerate la sola via d’uscita per far fronte ai problemi ambientali e allo sperpero di risorse naturali. Raccogliendo questa sfida, il governo svizzero ha annunciato un pacchetto di misure per promuovere un settore che registra già oggi una crescita senza pari.
“Oggigiorno siamo confrontati a problemi di dimensioni mondiali: la crescita demografica modifica il volto del nostro pianeta, i cambiamenti climatici si stanno accelerando e le risorse diminuiscono di anno in anno”, ha ricordato Doris Leuthard durante il quarto Swiss Innovation Forum (Forum svizzero dell’innovazione), che ha riunito giovedì a Basilea oltre 700 imprenditori ed esperti del mondo economico e scientifico.
“Tutti noi vogliamo però disporre di beni ed energia a sufficienza, vogliamo mantenere alto il nostro benessere e lasciare un mondo vivibile ai nostri figli. Tutto ciò è possibile solo se puntiamo sulle cleantech, su delle tecnologie sostenibili per il nostro ambiente”, ha sottolineato la ministra dell’economica.
Le cleantech consentono di migliorare l’efficienza e la produttività, rispetto alle tecnologie tradizionali, con un minor consumo di materie prime, energia ed acqua. Sono impiegabili in particolare nell’industria, nei trasporti e nell’agricoltura – ma anche nella vita quotidiana – e servono non da ultimo a ridurre i rifiuti e le scorie tossiche.
Drastiche restrizioni o nuove tecnologie
“Non lasciamoci distrarre da coloro che considerano ancora oggi pura fantasia i cambiamenti climatici e ambientali. L’aumento delle inondazioni, il disgelo dei ghiacciai e il moltiplicarsi delle malattie polmonari appartengono alla realtà. In futuro dovremo quindi scegliere tra accettare drastiche restrizioni delle nostre abitudini di vita o concentrare i nostri sforzi sulle tecnologie pulite”, ha affermato Doris Leuthard.
“Anche per la Svizzera si tratta di una grande sfida”, ha aggiunto la consigliera federale. “A livello mondiale siamo però già oggi posizionati ottimamente. Le cleantech vanno quindi viste soprattutto come una chance per la nostra economia”.
Nel campo delle energie rinnovabili, dopo aver avuto un ruolo di pioniere una ventina di anni fa, la Svizzera ha perso da allora non poco terreno rispetto alla concorrenza internazionale. È mancata in particolare una politica statale di incentivi finanziari e fiscali che ha permesso ad altri paesi di compiere in questi ultimi anni grandi progressi, aumentando sensibilmente la produzione energetica derivante da fonti rinnovabili.
Punti forti della Svizzera
Secondo uno studio appena pubblicato dall’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia, la Svizzera dispone però di numerosi punti forti in diversi altri ambiti del settore cleantech, soprattutto nella ricerca e nello sviluppo industriale.
“In Svizzera vi sono scuole superiori e centri di ricerca estremamente all’avanguardia, personale altamente qualificato, una notevole esperienza nelle tecnologie di punta e aziende molto innovative. Proprio nel settore dell’innovazione e della competitività, le aziende elvetiche figurano regolarmente nel gruppo di testa delle classifiche internazionali”, riassume il professor Alain Thierstein, coautore dello studio.
Sempre secondo lo studio, intitolato “Cleantech Svizzera”, già oggi il settore delle tecnologie pulite fornisce oltre il 3% del Prodotto interno lordo, con un fatturato complessivo di 18 – 20 miliardi di franchi all’anno, e dà lavoro a più di 150’000 persone (4,5% della manodopera nazionale).
La creatività del settore cleantech svizzero è stata illustrata nuovamente allo Swiss Innovation Forum da decine di prodotti di alta tecnologia presentati dalle aziende partecipanti. Ad esempio, la siringa più piccola del mondo, frutto delle nanotecnologie, un robot in grado di replicare i movimenti del corpo umano o benzina bio prodotta con materiali organici.
Ostacoli da superare
La Svizzera si trova quindi sulla buona strada, ma rimangono ancora molti ostacoli da superare per avviare una vera politica di promozione delle tecnologie pulite. Tra questi le strutture federali, che frammentano il sostegno dei poteri pubblici, la presenza di aziende relativamente piccole e la difficoltà di raccogliere una visione d’insieme su un’offerta in rapidissima evoluzione e un mercato suddiviso in numerosi rami economici.
A Basilea, d’intesa con i rappresentanti del mondo economico e scientifico, Doris Leuthard ha quindi annunciato il lancio di una piattaforma nazionale Cleantech (Masterplan Cleantech Svizzera), destinata in particolare ad agevolare i contatti e la collaborazione tra i ricercatori e le aziende.
La Confederazione metterà inoltre in atto in futuro diverse altre misure per promuovere la produzione di tecnologie pulite. Circa 300 milioni di franchi sono stati approvati per sovvenzionare risparmi energetici, un sistema di assegni statali è stato introdotto per premiare partenariati tra centri di ricerca e piccole e medie aziende. Le autorità intendono pure favorire l’accesso ai mercati esteri e puntare sulla formazione per aumentare il personale qualificato.
Questo pacchetto di misure, ha spiegato Doris Leuthard, dovrebbe permettere alla Svizzera di figurare tra gli attori di primo piano in un settore che, già attualmente, registra una straordinaria crescita dell’8% a livello internazionale. “Chi investe oggi nella protezione dell’ambiente e nelle cleantech, si ritroverà domani tra i vincitori sui mercati mondiali”.
swissinfo.ch