Cambio di comando nella guerra in Afghanistan. Va via il generale Stanley McChrystal, sostituito da un altro generale di grande fama, quel David Petraeus che in Iraq è stato l’autore principale della svolta politico-militare che ha portato alla vittoria della democrazia. Ma andiamo con ordine, perché il generale McChrystal non è andato via di sua spontanea volontà, è stato silurato dal capo della Casa Bianca che in pratica gli ha detto: il comandante in capo sono io e non tu, è la politica che comanda e non i militari. Lo dice la Costituzione, che non è mai stata smentita, da nessun generale e in nessuna epoca.
Cosa ha fatto il generale McChrystal per meritarsi l’allontanamento? Nominato nel giugno del 2009, pochi mesi dopo l’elezione di Obama, in settembre il neo comandante aveva inviato al Pentagono un memoriale in cui si diceva che ci volevano ancora 40 mila soldati “o perderemo”. Fin qui nulla di male, il generale di soldati ne avrebbe avuti ancora 30 mila, più altri da parte di altri Stati, per cui poté ritenersi soddisfatto.
Il problema è che la richiesta oltre che al Pentagono arrivò anche alla stampa e questo ha disturbato l’amministrazione, che comunque fece buon viso a cattivo gioco.
Il fatto è che da allora si crearono una serie di incomprensioni tra il generale e alcuni rappresentanti dell’amministrazione, a cominciare dal vice presidente Biden e dal consigliere di Obama per la sicurezza, James Jones, per finire all’inviato speciale Richard Holbrooke. Il primo era contrario all’invio di nuove truppe, il secondo era un equilibrista, attento ai giochi di potere, il terzo era ritenuto un incapace.
Come si sa, alla fine la decisione della Casa Bianca è stato un piano che comprendeva sì l’aumento delle truppe per occupare militarmente i territori liberati dai talebani (che prima invece vi ritornavano dopo i raid), ma anche il coinvolgimento dei capi tribù delle varie etnie afgane, i quali, in cambio di lavoro e denaro, favorivano la politica degli americani di creare un fossato tra i terroristi – i veri bersagli dell’offensiva alleata – e i talebani moderati recuperati al disegno nazionale di offrire opportunità di lavoro e di inserimento nella società civile e politica del Paese.
Nel mese di febbraio scorso l’offensiva è iniziata con successo e anche con qualche sbavatura, ma a creare un’atmosfera conflittuale tra il generale e alcuni rappresentanti dello staff del comando sono state valutazioni non condivise.
È successo poi un episodio che ha fatto traboccare il vaso, e cioè che in un’intervista il generale ha detto quel che pensava sia del consigliere di Obama, James Jones, definito un incapace, sia dell’inviato speciale, Richard Holbrooke, ritenuto un “animale ferito” per via dei suoi timori di essere fatto fuori dagli altri membri dello staff del presidente, sia del presidente stesso, considerato un indeciso in quanto non avrebbe avuto la percezione esatta del conflitto sul territorio afgano e sulla posta in gioco.
Insomma, il generale McChrystal pensava che “i veri nemici” stessero a Washington e non in Afghanistan e l’ha detto, forse, nella speranza di far capire alla Casa Bianca che in Afghanistan c’erano soldati e non soldatini. Gli esperti di politica americana dicono che non sono tanto gli insulti ad aver provocato la reazione del presidente, quanto, appunto, l’aver “violato il codice di condotta”.
Di qui la convocazione alla Casa Bianca e le dimissioni forzate. Da parte sua, il generale, dopo le dimissioni avrebbe dovuto partecipare alla riunione del Gabinetto di guerra e invece l’ha snobbata, facendo capire che non trattava più con incompetenti.
Le dimissioni-siluramento del generale un effetto immediato lo hanno avuto: è stato quello di far prendere coscienza alla Casa Bianca che la situazione in Afghanistan è seria. Tanto è vero che la sostituzione di McChrystal è avvenuta con un generale di valore, come abbiamo detto all’inizio, quel Petraeus che, coinvolgendo i sunniti nel potere e staccandoli dai terroristi di Al Qaeda, ha reso possibile una svolta in Iraq. In sostanza, in Afghanistan si sta cercando di adottare la stessa strategia che è riuscita in Iraq.
Ora, a portarla avanti anche in Afghanistan sarà proprio lui, il generale apprezzato sia dalla Casa Bianca che dai repubblicani, i quali, peraltro, hanno condiviso l’atto presidenziale di nominare Petraeus e contemporaneamente di allontanare McChrystal, non tanto per mancanza di stima e rispetto verso quest’ultimo, quanto perché, come detto, la Costituzione assegna al presidente e non ai generali i pieni poteri decisionali, anche di tipo militare.
E le decisioni devono essere rispettate anche dai generali.
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