Molta carne al fuoco – e anche molte polemiche – nella politica della settimana scorsa, iniziata con la nomina di due nuovi ministri: Saverio Romano all’Agricoltura al posto di Galan, e quest’ultimo ai Beni culturali, al posto di Sandro Bondi, dimissionario. La nomina di Romano è stata accolta dal presidente della Repubblica con “disagio” in quanto il neo ministro, per il quale il pm di Palermo ha chiesto l’archiviazione perché in anni di indagini non ha trovato nulla, ancora non è stato prosciolto dal giudice competente, il gip, il quale potrà anche ordinare un supplemento d’indagine.
Come si vede, la politica è decisa dalla volontà dei magistrati. Dal canto suo, Saverio Romano, con una nota, ha fatto presente che lui non è “imputato” di nulla e ciò ha costretto il presidente della Repubblica a precisare che lui non aveva mai detto nulla di simile.
Da registrare la visita dei ministri Maroni e Frattini a Tunisi, dove hanno incontrato il premier e il ministro degli Esteri del nuovo governo, con all’ordine del giorno il blocco del flusso degli immigrati verso il nostro Paese. L’Italia tenta di raggiungere con le autorità tunisine ciò che aveva fatto con Gheddafi, e cioè un pattugliamento congiunto delle coste, la fornitura di mezzi ed apparecchi adeguati al controllo (motovedette, radar, eccetera) e un contributo di 1.700 euro al profugo che ritorna, più una riorganizzazione del settore turistico in Tunisia per creare lavoro e rilanciare l’economia sconvolta da mesi di scontri.
L’accordo è ancora da verificare e da perfezionare.
Ma è ancora una volta sulla giustizia che avviene lo scontro. Dapprima è la prescrizione breve ad essere approvata dalla Commissione Giustizia della Camera. Cos’è? Nel disegno generale di diminuire i tempi dei processi quello della prescrizione più breve – se entro un certo periodo ragionevole non si riesce a celebrarlo – è una delle soluzioni proposte.
Ovviamente, da una parte il governo dice che l’accelerazione dei processi è una norma di civiltà, dall’altra le opposizioni dicono che si tratta di norme ad personam a favore del premier. Da questa polemica non se ne uscirà mai. D’altra parte, l’Europa sta facendo pagare multe salate all’Italia a causa della lunghezza dei processi, ma l’opposizione, pur di bloccare e denigrare l’attività del governo, rispolvera sempre lo stesso argomento, come è accaduto puntualmente con il voto favorevole ad un emendamento del leghista Gianluca Pini al disegno di legge comunitario.
Pini ha introdotto in un ddl ordinario la responsabilità civile dei magistrati, non solo per “dolo o colpa grave” ma anche per ogni “manifesta violazione del diritto”.
In pratica, il magistrato è equiparato ad un qualsiasi altro professionista che se sbaglia è chiamato a pagare di persona, mentre ora non paga mai o, se viene riconosciuto colpevole, al suo posto paga lo Stato.
Quella della responsabilità civile è avversata dall’Associazione Nazionale dei Magistrati perché l’indipendenza e la libertà dei magistrati stessi sarebbe intaccata, però i tanti casi di arresti immotivati, di condanne di innocenti, di abusi, fanno sì che sia necessario un riequilibrio dei poteri, mentre adesso l’unico potere assoluto è proprio quello dei magistrati.
Illuminante è l’ultimo caso di cronaca giudiziaria, quello che vede indagato il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, colui che nel 2007 indagò l’ex ministro della Giustizia del governo Prodi, Clemente Mastella, e invece non aveva nessun diritto di farlo, al di là del merito delle accuse che comunque sono state archiviate.
È lo stesso che emise il provvedimento di “divieto di entrare nel territorio campano” nei confronti della moglie di Mastella, allora presidente del Consiglio regionale di quella regione.
Terzo punto della questione giustizia: la giunta per le autorizzazioni della Camera ha ritenuto con 11 voti a favore e 10 contro che sul caso Ruby sia competente il Tribunale dei ministri e che la Camera debba sollevare un conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale nei confronti del tribunale di Milano.
Infine, il Consiglio dei ministri ha compiuto un atto importante in materia di discussione sul nucleare in Italia, decidendo per legge una moratoria di un anno.
Ciò significa che ogni attività è sospesa e che prima di riprendere l’argomento è necessaria una riflessione pacata, approfondita e condivisa.
La pausa di riflessione è legata anche ai tempi e alle decisioni che saranno prese dalla Comunità Europea.
1 commento
Mi sembra che l’affermazione “Come si vede, la politica è decisa dalla volontà dei magistrati.” sia gratuita. I magistrati ci proteggono da uomini politici corrotti. Possibile che non si trovi una persona di spicco, brava preparata, e magari anche con la fedina penale pulita ?
Seconda cosa: Maffei, il procuratore si Santa Maria Capua Vetere non e` stato rinviato a giudizio per fatti collegati all’indagine su Mastella, ma per tutt’altra cosa. Era in pieno diritto di indagare Mastella per corruzione e concussione.
Terza imprecisione: il parlamento puo` votare quello che vuole, ma la questione della competenza di un processo spetta alla sola magistratura. Tutti i cittadini sono soggetti alla Legge, e sono tutti uguali davanti alla legge.
Sul nucleare ci sara` un referendum, al quale i cittadini anche residenti all’estero sono chiamati a partecipare.
La consultazione si terra` il 12-13 Giugno in Italia e tra il 28 Maggio e il 7 Giugno per chi vota per corrispondenza dalla Svizzera.
Infine, se si vogliono abbreviare i processi non si puo` agire sulla prescrizione, ma si devono snellire le procedure e aumentare il personale e i mezzi in dotazione ai tribunali.