“Gli incentivi del governo si concentreranno quest’anno su settori diversi dall’auto, comparto che avrà aiuti che si limiteranno solo all’innovazione e alla ricerca”.
A dichiararlo il Ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, dopo una settimana di tira e molla tra Governo e Fiat sulla questione.
“Nel 2009 il governo ha incentivato fortemente il settore auto”, ha ricordato Scajola, ma nell’ultimo periodo sta “prevalendo la tesi di uscire dal sistema di incentivi sul settore auto”, sottolineando tuttavia la necessità “di dare certezze altrimenti i consumi freneranno”.
Più che incentivi serve “una forte e seria politica industriale che miri ad un rafforzamento competitivo dell’industria dell’auto”, aveva commentato nei giorni precedenti l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne.
Affermazioni, quelle di Marchionne, che non avevano fatto piacere al governo, con cui era iniziato un lungo botta e risposta fino alla doccia fredda arrivata con le parole del Ministro Scajola.
Tuttavia, secondo l’amministratore delegato di Fiat, gli incentivi non sono fondamentali: “Rinnovare i bonus non farebbe altro che rimandare il problema alla prossima scadenza – aveva detto Marchionne – e l’eventuale scelta del governo di non rinnovarli ci trova pienamente d’accordo”.
Quindi Sergio Marchionne, sembra condividere la tesi del Ministro, anche se ha sottolineato che quest’anno, a causa dello stop degli aiuti da parte del Governo, il settore auto venderà circa 350 mila auto in meno. Un dato che paragonato all’andamento delle altre nazioni europee, risulterebbe di gran lunga molto inferiore. “Accetto quello che ha detto il Ministro, in questo momento dobbiamo guardare solo al futuro e lavorare sul mercato. Se conviene, andiamo a lavorare fuori dall’Italia, andiamo a lavorare dappertutto, l’importante è puntare sull’innovazione e la ricerca”.
“Siamo lieti perchè non c’è dubbio che, come è risultato dal confronto con i colleghi europei, bisogna rientrare nella normalità del mercato”. Lo ha affermato, a margine della cerimonia per i “Confindustria Awards for Exellence Andrea Pininfarina 2010”, il Ministro Claudio Scajola rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla condivisione da parte della Fiat della scelta del Governo di non prorogare gli incentivi.
Luca Cordero di Montezemolo ha dichiarato: “Da quando sono alla Fiat non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato”.
L’affermazione era stata subito seguita da dichiarazioni più concilianti: “Non voglio entrare in polemica, preferisco il dialogo”, ma tanto è bastato a far riaccendere i toni sul destino degli stabilimenti italiani del gruppo, con il ministro Roberto Calderoli che ha parlato di “barzelletta”.
Nel dibattito sui sostegni al settore dell’auto con incentivi pubblici, secondo il presidente Fiat bisogna “uscire da un approccio demagogico e affrontare la realtà delle cose”, e in particolare il fatto che “gli incentivi sono rivolti ai consumatori e non alle aziende” e che comunque in Italia “sono serviti per il 70% all’acquisto di auto di aziende straniere”.
Montezemolo ha affermato anche che bisogna “uscire dai chiacchiericci che continuano sull’italianità di Fiat”, ribadendo che “da quando io sono presidente e Marchionne è amministratore delegato, quindi dal 2004, abbiamo investito nel mondo 25 miliardi di euro. E di questi oltre 16 miliardi sono stati investiti in Italia, oltre i due terzi, e intendiamo andare avanti per questa strada”. Il presidente della Fiat ha tenuto inoltre a sottolineare che la gestione del Lingotto è focalizzata anche “sull’occupazione, sul futuro dei nostri figli e del Paese”.
Parole che sono state apprezzate dal presidente del Senato Renato Schifani: “Montezemolo ha dichiarato che le scelte industriali per rendere competitiva un’impresa non possono non farsi carico delle esigenze delle famiglie dei dipendenti. Reputo queste dichiarazioni incoraggianti e basate sul senso di responsabilità”. “Confido sul fatto – ha concluso il presidente del Senato – che queste autorevoli dichiarazioni possano attirare comportamenti aziendali conseguenti”.
La scelta del Governo sugli incentivi all’auto è condivisibile anche da Emma Marcecaglia, presidente di Condindustria.
Legare il futuro di Termini Imerese alla questione degli incentivi “non risolve nulla”. Emma Marcegaglia ritiene che si debba “distinguere un sostegno all’economia, a tutti i settori in sofferenza, dal problema di uno stabilimento produttivo che non è efficiente per motivi di vario tipo”. Il tema serio, rimarca la presidente di Confindustria è “reimpiegare le persone che rischiano di perdere il posto di lavoro”. È su questo, dice Marcegaglia, che “serve l’impegno di Fiat – e l’ha dato – nostro e del Governo”.
Sulla questione Termini Imerese Marchionne invece risponde: “Siamo disposti a sentire tutti, non chiudiamo la porta a nessuno, ma fino ad oggi non abbiamo visto nulla! Stiamo in stretto contatto con tutte le istituzioni per trovare una soluzione”. A rassicurare un po’ gli animi un’altra affermazione dello stesso a.d. quando ha dichiarato che non ci sarà più un caso simile (come Imerese) in Italia.