Ma solo a severe condizioni
La popolazione svizzera nel giugno dello scorso anno ha approvato con il 61,9 % la modifica costituzionale sulla diagnosi preimpianto (DPI). Questo tipo di diagnosi, spiega l’Ufficio federale della sanità pubblica UFSP, consiste nell’esame genetico di un embrione fecondato artificialmente, prima che sia impiantato nell’utero della donna.
La legge sulla medicina della procreazione attualmente in vigore vieta la DPI. Con la sua modifica, su cui saremo chiamati a votare il 5 giugno prossimo, questo divieto sarà abrogato, e verrà introdotto un disciplinamento ben definito di questo tipo di diagnosi.
Di cosa si tratta?
Il Consiglio federale e il Parlamento intendono ammettere la diagnosi preimpianto (DPI) in Svizzera. A tal fine sono state previste severe condizioni nella legge sulla medicina della procreazione, soggetta a revisione.
L’esame genetico di embrioni generati artificialmente è ammesso solo se richiesto da una coppia affetta da una malattia genetica ereditaria, o da una coppia che non può avere figli naturalmente. Tutte le altre applicazioni rimangono vietate. La votazione popolare concernente la revisione della legge sulla medicina della procreazione si terrà il 5 giugno 2016.
Quando sarà permessa la DPI
La modifica della legge permette la DPI solo in due casi. Nel primo, la coppia è portatrice di una grave malattia ereditaria: mediante la DPI può essere selezionato un embrione che non presenti il difetto genetico responsabile di questa patologia. In tal modo la coppia può avere un bambino che non sia affetto dalla malattia ereditaria dei genitori.
Oggi questi esami possono essere svolti soltanto durante la gravidanza, con l’aiuto della diagnosi prenatale. In caso di sospetto di malattia ereditaria, la coppia deve decidere se intende interrompere o proseguire la gravidanza. In generale, la DPI permette di evitare di trovarsi di fronte a questa difficile scelta.
Il secondo caso in cui può essere applicata la DPI riguarda le coppie che non possono avere figli in modo naturale. Molte di loro hanno già vissuto diversi aborti spontanei. Gli embrioni di queste coppie possono essere esaminati per verificare la presenza di determinate caratteristiche genetiche.
In tal modo, si può selezionare un embrione che presenta buone probabilità di svilupparsi e permettere che la gravidanza proceda, possibilmente senza complicazioni, evitando che la donna perda il bambino.
Severe limitazioni a protezione dell’embrione e della dignità umana
Tutti gli esami genetici di embrioni con obiettivi diversi da quelli previsti, sono vietati anche nella modifica della legge e restano perseguibili penalmente. Pertanto non sarà possibile selezionare embrioni in base al sesso o ad altre caratteristiche fisiche, come ad esempio il colore degli occhi.
Rimane altresì vietata la selezione di embrioni allo scopo di salvare fratelli da una grave malattia, utilizzandoli come riserva per cellule staminali (i cosiddetti «bambini salvatori»).
La modifica della legge prevede inoltre che possano essere sviluppati al massimo dodici embrioni per ciclo di trattamento. Con queste severe limitazioni sono preservate la dignità umana e la tutela dell’embrione.
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foto: ANSA