Sei vittime a Genova e una a Pozzuoli; mentre migliorano le condizioni meteo volontari e cittadini scavano ancora nel fango. Il sindaco di Genova, contestato dalla folla, non intende dimettersi. La Federazione gioco calcio ha intanto stanziato 300 mila euro per i familiari delle vittime
Non si placa il maltempo che sta flaggendo il Nord Italia, anche se dopo il disastro di Genova, che ha causato 6 vittime, sembra che le emergenze stiano rientrando. La piena del Po sta superando Torino, anche se il fiume continuerà ancora ad essere attentamente monitorato, come molti altri punti critici tra i quali Isola San Martino, nei pressi della confluenza del Po con il Tanaro, e il ponte della Becca. Il grande fiume, dicono i tecnici, sta continuando a ricevere senza particolari criticità i suoi affluenti, gonfiati dalle piogge che continuano a cadere mantenendo comunque alta l’allerta. Ma non sono solo il Piemonte e la Liguria ad essere investite dal maltempo: un violento nubrifagio, che ha purtroppo causato anche una vittima, si è abbattuto nella giornata di domenica 6 su Pozzuoli, in Campania, dove un albero, divelto, è caduto sull’auto del 64enne Domenico Conte, che è rimasto schiacciato. L’albero, denunciano adesso con rabbia i cittadini, più volte, nella settimana precedente il dramma, era stato segnalato come pericoloso, ma niente e nessuno sembra se ne fosse preoccupato più di tanto. “Le scene sembravano quelle di Genova strade come fiumi, fango, pioggia. L’impressione, netta, di non avere scampo. E la paura, altrettanto netta, di morire, proprio come a Genova. Intrappolati in auto, nelle case, rifugiati sui tetti. Tieni presente Genova? Peggio: ci siamo visti arrivare addosso questa cascata d’acqua, il primo piano si è allagato in pochi secondi. Ho preso mia moglie e i miei figli è siamo scappati sul tetto. Ero sicuro che saremmo morti, tutti. I miei bambini piangevano, mia moglie anche. Abbiamo iniziato a pregare. E davanti agli occhi continuavano a passarmi le immagini di Genova, di quei morti. E ripetevo, moriremo come loro”, racconta un napoletano. Anche la Campania dunque flagellata dal maltempo, come testimoniano, oltre alle testimonianze dei cittadini, anche le immagini choc dei Regi Lagni trasformati n un fiume di spazzatura d’ogni tipo e quelle di una Pompei letteralemnte allagata. Un’altra donna è morta a Marina di Campo, all’isola d’Elba. Secondo le prime informazioni dei vigili del fuoco, la donna, una anziana di 81 anni, sarebbe stata travolta dalla furia dell’acqua mentre si trovava nella sua abitazione. La donna si muoveva con il deambulatore e, all’arrivo dell’acqua, è caduta affogando. Intanto Genova ha salutato le sue vittime, tra le quali anche due bambine. Bandiere a mezz’asta e un momento di raccoglimento, con sospensione delle attività lavorative: la città ha celebrato così la giornata di lutto cittadino (martedì 7, ndr) per le vittime dell’alluvione. Un addio commosso, reso da centinaia di persone che già nell’obitorio dell’ospedale San Martino avevano dato l’addio a mamma Shiprese e alle sue bimbe, Gioia e Janissa, di 8 e 1 anno. A stringersi attorno a papà Flemur e all’anziana nonna, straziati e sopraffatti dal dolore, tanto da riuscire a rimanere solo pochi minuti accanto alle tre bare di legno chiaro con tanti gigli bianchi sopra, amici e parenti. Le salme delle tre albanesi sono poi partite per l’Albania il giorno dopo, in concomitanza con il primo funerale delle altre tre vittime.Il dolore non ferma comunque le indagini della Procura, che ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo al momento a carico di ignoti. La città si aspetta una risposta rapida e per questo il procuratore capo Vincenzo Scolastico e il sostituto Stefano Puppo hanno sorvolato per due ore, a bordo di un elicottero della Guardia di finanza, via Fereggiano e le zone invase dalla furia delle acque. Un sopralluogo che potrebbe avere già dato i suoi frutti: non avendo notato detriti o tronchi d’albero a monte del torrente tali da provocare le esondazioni, una delle ipotesi è che a causare la tragedia sia stato un ‘tappo idraulico’ alla confluenza del Fereggiano con il Bisagno. Tappo che avrebbe fatto da diga al torrente in piena, obbligandolo a uscire dal suo alveo e a invadere la strada, trascinando con sé nella sua corsa vite e cose.“Porterò per sempre le vittime di questo disastro sulla coscienza, la responsabilità ce la prendiamo tutti e io per prima”, ammette il primo cittadino, Marta Vincenzi, che incassa la solidarietà del segretario Pd Pierluigi Bersani e non cede alle richieste di dimissioni che le sono piovute addosso: “Lasciare la città in queste condizioni sarebbe vergognoso”, ripete ai genovesi, e poi aggiunge: “Col senno di poi avrei fatto chiudere l’intera città e d’ora in avanti con una allerta 2 scatta la chiusura di tutto”.Ai cittadini si rivolge per la seconda volta in due giorni anche Benedetto XVI, al termine dell’Angelus. “Il pensiero – dice il Papa – non può non andare alla città di Genova, duramente colpita dall’alluvione. Assicuro la mia preghiera per le vittime, per i familiari e per quanti hanno subito gravi danni. La Madonna della Guardia sostenga la cara popolazione genovese nell’impegno solidale per superare la prova”.