Il mercato della casa in Italia
I prezzi bassi e costi dei mutui al minimo storico, per le famiglie e i piccoli investitori, l’immobile resta ancora un bene redditizio
I dati sulle compravendite sono in netto aumento, sono cresciute nel settore residenziale dal 2018 del 6,5% livello massimo dal 2010, questo dimostra ancora una volta l’attrattività del mattone, ma anche per il calo inesorabile dei prezzi degli immobili. I piccoli investitori e le famiglie vedono sempre piu’ la casa come bene rifugio, confermando che gli italiani identificano la casa come bene rifugio, dove depositare i propri guadagni al sicuro.
Dal 2014 ad oggi le transazioni sono nettamente in aumento ed in particolare nelle città capoluogo di provincia, dove gli acquisti di immobili hanno fatto un grande passo in avanti negli ultimi quattro anni. Non è un caso infatti se la Banca d’Italia, rivela che “la ricchezza delle famiglie italiane, poggia ancora sul mattone. Nessun altro paese ha destinato infatti, una così grande fetta del patrimonio, agli immobili”. Mattone come fonte di una rendita quindi. Le abitazioni purtroppo devono scontare la tagliola del peso fiscale e della discesa dei costi sul mercato degli immobili, fino al 25-30% in meno rispetto a dieci anni fa. Questa circostanza è contraddittoria, infatti le case degli italiani perdono valore, come ricorda la Banca d’Italia e l’Istat, ma il volume delle compravendite sale considerevolmente ed è in continuo aumento. Questo avviene per circostanze collaterali, vedi i prezzi stracciati degli immobili, secondo l’Osservatorio del mercato immobiliare italiano e anche per il valore minimo dei tassi di interesse bancario, ma andiamo ad analizzare queste circostanze una per una.
Discesa dei valori: la causa principale è senza alcun dubbio l’alta tassazione che sta erodendo inesorabilmente, unico caso in Europa, come sottolinea il presidente nazionale di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. Il peso del fisco è dunque il principale responsabile del calo dei prezzi, salvo per alcune eccezioni come Milano, città oggetto di attenzioni e grandi investimenti internazionali dovuti al successo d’immagine del dopo Expo. Occorre pertanto intervenire con urgenza con misure che siano in grado di rianimare un comparto, che quando non soffocato da politiche sbagliate è sempre stato un volano di sviluppo con benefici effetti su occupazione e consumi. Spaziani individua nel decreto crescita, l’occasione, la prima in ordine temporale, per spingere il comparto in un’inversione di rotta.
Tassi d’interesse: oltre la metà delle transazioni sono state concluse ricorrendo ad un mutuo ipotecario sull’abitazione comprata. Un dato un aumento dell’8,8% rispetto l’anno precedente. Gli istituti di credito hanno erogato nel 2018 finanziamenti per 35,7 miliardi di euro, in media circa 130 mila euro per ogni compravendita, il che significa che il capitale erogato rappresenta circa il 71% della spesa d’acquisto. Il tasso di interesse medio, applicato alla prima rata, scende ancora di un ulteriore 0,22 punti percentuali, portandosi così al 2,17%, la durata media del mutuo, è sostanzialmente ferma a 22,9 anni e la rata media mensile è di 585 euro, in calo dal 2017 del 2,1% .
Anche gli affitti ripartono, dimostrando un certo movimento, seppur modesto, rispetto a quello delle compravendite. L’Osservatorio immobiliare ci segnala che nei contratti di locazione agevolati per studenti, (76,4 euro per metro quadrato) quello piu’ basso nei contratti ordinari di lungo periodo (65,2 euro per metro quadrato). A fronte di un 2019 ancora incerto, si fotografa un mercato immobiliare che segna un progressivo cambiamento di passo,ma che non evidenzia ad oggi una crescita consolidata.
Per maggiori informazioni
Dr. PAOLO GASPARINI
Presidente Confedilizia-CH e
Avv. UE Enrico Forghieri
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