Il pensiero di Benedetto XVI, in questa Pasqua 2010, è andato soprattutto alle zone difficili del mondo: dopo la Veglia pasquale della notte e la S. Messa in piazza San Pietro, il Papa ha rivolto il saluto Urbi et Orbi rivolgendo un pensiero in particolare a Medio Oriente, Iraq e Pakistan, Paesi Latino-americani e dei Caraibi e Africa, denunciando la difficile realtà di cui questi Paesi sono vittime.Ha quindi chiesto all’umanità “una conversione profonda”. L’Umanità ha bisogno “non di aggiustamenti superficiali ma di una conversione spirituale e morale”: è quanto afferma il Papa che parla di “una crisi che è profonda e che come tale richiede cambiamenti profondi, a partire dalle coscienze”.
“La Pasqua non opera alcuna magia”, dice con chiarezza Benedetto XVI chiamando così tutti a riflettere sul valore grande e vero della Pasqua: la morte e Risurrezione di Cristo che hanno vinto il peccato sono per l’umanità il segno di “una nuova alleanza” e portano il frutto di “una nuova speranza”.
“Come al di là del Mar Rosso gli ebrei trovarono il deserto, così la Chiesa, dopo la Risurrezione, trova sempre la storia con le sue gioie e le sue speranze, i suoi dolori e le sue angosce. E tuttavia, questa storia è cambiata, è segnata da un’alleanza nuova ed eterna, è realmente aperta al futuro. Per questo, salvati nella speranza, proseguiamo il nostro pellegrinaggio, portando nel cuore il canto antico e sempre nuovo”. “Questo ‘esodo’ – sottolinea il Papa – avviene prima di tutto dentro l’uomo stesso”. “La Pasqua ha invertito la tendenza – dice il Papa – “è un avvenimento che ha modificato l’orientamento profondo della storia, sbilanciandola una volta per tutte dalla parte del bene, della vita, del perdono”.
“Al Signore Gesù chiedo che in Medio Oriente, ed in particolare nella Terra santificata dalla sua morte e risurrezione, i Popoli compiano un “esodo” vero e definitivo dalla guerra e dalla violenza alla pace ed alla concordia.
Alle comunità cristiane, che, specialmente in Iraq, conoscono prove e sofferenze, il Risorto ripeta la parola carica di consolazione e di incoraggiamento che rivolse agli Apostoli nel Cenacolo: ‘Pace a voi!’.
Poi il pensiero ad Haiti e al Cile, colpiti da devastanti terremoti: “La diletta popolazione di Haiti, devastata dall’immane tragedia del terremoto, compia il suo “esodo” dal lutto e dalla disperazione ad una nuova speranza, sostenuta dalla solidarietà internazionale.
Gli amati cittadini cileni, prostrati da un’altra grave catastrofe, ma sorretti dalla fede, affrontino con tenacia l’opera di ricostruzione.”
Non sfugge il fatto che Benedetto XVI non accenni neanche all’impasse della pedofilia, ignorando gli scandali degli abusi sessuali emersi nel mondo ecclesiastico. Anzi, è proprio la totale assenza di u qualsiasi riferimento ad essere messa sotto accusa soprattutto dalla stampa estera: “Il messaggio di Pasqua del Papa ignora lo scandalo degli abusi sessuali”, titola il britannico The Times, rimarcando il mancato ‘mea culpa’ del Papa e l’intervento del Card. Sodano secondo cui “la Chiesa non si lascerà intimidire dal chiacchiericcio” delle opinioni dominanti.
Dalla cattedrale di St. Mary, a Edimburgo, il capo della Chiesa cattolica scozzese Keith O’Brien, pur difendendo il Vaticano ha comunque suggerito che “il Papa dovrebbe tornare a chiedere scusa per la crisi degli scandali sessuali”.
Le proteste dei fedeli hanno invece caratterizzato la messa pasqualea a Dublino: “Alcuni hanno collocato sull’altare delle scarpe da bambino per ricordare le vittime degli abusi. Altri, durante la funzione, hanno gridato ‘vergogna’ all’arcivescovo irlandese Diarmuid Martin”, si legge sul Times.
Il Guardian, titola invece “Il papa incurante degli abusi sessuali sui minori” e che mentre “i vescovi in tutta Europa abbiano approfittato della Pasqua per chiedere scusa e riconoscere i danni causati dagli scandali, il pontefice sia rimasto impenitente”.
In Francia, Le Monde scrive che nel suo messaggio ‘Urbi et Orbi’ Ratzinger ha fatto riferimento a “un orizzonte di conflitti e catastrofi nel mondo senza evocare la tempesta degli scandali della pedofilia che agita la Chiesa da settimane”. Anche il tedesco Der Spiegel dedica la copertina al Papa: sopra l’immagine di Ratzinger campeggia la scritta ‘L’infallibile’, ma con un doppio segno di pennarello rosso che cancella il prefisso ‘in’, trasformando l’aggettivo in ‘fallibile’.
All’interno l’articolo dal titolo ‘La fallita missione di Joseph Ratzinger’ evidenzia la crisi della Chiesa: “Benedetto XVI ha guastato i rapporti con ebrei e musulmani, con molti cattolici e anche con i tedeschi che, al momento della sua elezione, erano così fieri di lui”, conclude lo Spiegel.