“Tutta la comunità internazionale deve creare un forte movimento a sostegno dell’assegnazione del premio Nobel per la pace 2010 ad internet, l’accesso al quale deve essere considerato un vero e proprio diritto fondamentale dell’uomo”: lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini, introducendo i lavori del convegno “Internet è libertà: perché dobbiamo difendere la rete”.
La terza carica dello Stato cita l’ultimo rapporto dell’organizzazione non governativa “Reporters sans frontiers”, secondo cui, dal 2008 al 2009, sono cresciuti del 62% i paesi colpiti dalla censura mentre i cyber dissidenti arrestati sono aumentati del 156% (da 59 a 151).
“Un ampliamento allarmante delle restrizioni della rete”, sottolinea il presidente della Camera, che si è verificato “soprattutto nei paesi a scarso sviluppo economico”. “In tal senso – prosegue Gianfranco Fini – mi sento di sottoscrivere la motivazione della candidatura: abbiamo finalmente capito che internet non è una rete di computer, ma un intreccio infinito di persone: uomini e donne a tutte le latitudini si connettono tra loro, attraverso la più grande piattaforma di relazioni che l’umanità abbia mai avuto”.
Secondo il presidente della Camera, “la cultura digitale ha creato le fondamenta per una nuova civiltà. E questa nuova civiltà sta costruendo dialettica, confronto e solidarietà attraverso la comunicazione.
Perché da sempre la democrazia germoglia dove c’è accoglienza, ascolto, scambio e condivisione. E da sempre l’incontro con l’altro è antidoto più efficace all’odio e al conflitto. Ecco perché internet è strumento di pace”.
“Ecco perché ciascuno di noi in rete può essere un seme di non violenza”, sostiene il presidente della Camera.
“Ecco perché la rete merita il prossimo premio Nobel per la pace: e sarà un Nobel dato a ciascuno di noi”, continua Fini.
E aggiunge: “Il sindaco di San Francisco, Gavin Newson, ha detto recentemente che se il mondo restasse senza quotidiani e senza telegiornali i cittadini al di sotto dei 30 anni non se ne accorgerebbero nemmeno.
Si tratta di un’affermazione certamente paradossale – spiega il presidente della Camera – che rappresenta però efficacemente il rapporto con il mondo dei media che hanno le giovani generazioni”.
La politica, sostiene ancora il presidente della Camera, ha il dovere “di approfondire la riflessione su questo mondo, cercando nuovi criteri interpretativi e proponendosi di guardare al futuro con sguardo lungimirante” sottolinea Fini, aggiungendo che “al riguardo, è importante, per una politica che spesso guarda con lo specchio retrovisore, avere la consapevolezza di ciò che è davanti a noi, in particolare per mantenere desta l’attenzione dei più giovani verso le istituzioni”.
Una visione, quella del presidente della Camera, condivisa dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni: “Tra le innovazioni tecnologiche e gli strumenti che il progresso ha messo a disposizione dell’umanità – sostiene – internet ha saputo rivestire il ruolo di costruttore di pace, abbattendo le barriere culturali e sociali, facendosi portatore di messaggi positivi ed importanti da un capo all’altro del pianeta, rendendosi custode e promotore di sapere e di conoscenza”.
“Troppo spesso ci troviamo a demonizzare internet perché viene utilizzato per diffondere messaggi sbagliati, pericolosi o fuorvianti, dimenticandoci invece dell’enorme potenzialità offerta dalla rete come amplificatore di messaggi positivi – prosegue il ministro Melandri –. Lo straordinario potere universalizzante del web – sottolinea infine – è riuscito a giungere là dove né la stampa, né la radio, né il cinema o la televisione prima di lui erano mai arrivati, e non deve essere quindi adombrato dall’uso negativo che qualcuno può farne”.
“Internet – conclude il ministro della Gioventù – è lo strumento attraverso il quale i giovani non solo hanno la possibilità di conoscere il mondo, ma anche di entrare a farne parte come protagonisti, raggiungendo luoghi, persone e idee dai quali altrimenti le distanze fisiche li separerebbero irrimediabilmente”.
Secondo il viceministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, intervenuto al convegno, l’idea del Nobel ad internet “è condivisibile come fatto simbolico”, tuttavia, si chiede, “non so a chi potrebbe essere materialmente consegnato il premio”.