L’Unione democratica di centro (UDC) quasi al 30%, risorge il Partito liberale radicale (PLR). È maggioranza del centrodestra al Nazionale, indeboliti sinistra e centro
I cittadini svizzeri hanno scelto il nuovo parlamento confermando le previsioni dei sondaggi che davano un leggero slittamento a destra. La partecipazione al voto è stata del 47.9%. Il rapporto in Consiglio nazionale si sposta massicciamente a destra. Responsabile del rafforzamento dei borghesi di destra è l’UDC che vince le elezioni e resta il primo partito svizzero, rafforzandosi oltre le previsioni. Al Consiglio nazionale i democentristi manderanno 11 deputati in più per la legislatura 2016-2020. Dopo 36 anni il PLR inverte la tendenza negativa e conquista 3 seggi in più. Perde 3 seggi il PS, che resta comunque il secondo partito, ma la sconfitta dei Verdi con 4 seggi persi, indebolisce ulteriormente l’ala sinistra della camera bassa. Non è andata meglio al blocco del centro, composto da PPD, Partito Verdi Liberali (PVL) e Partito borghese democratico (PBD), che ha perso 8 seggi, andati a vantaggio dei borghesi. Le perdite maggiori sono del PVL con meno 5 seggi, mentre al PPD e PBD ne mancano 1, rispettivamente 2. È stato dunque un intermezzo il progresso dei partiti di centro.
La prossima legislatura tornerà ai rapporti di forza del 2007, dunque alla “normalità”. Si prospetta meno un’omogeneità in parlamento con il blocco di destra formato da UDC e PLR, due partiti che in realtà su temi centrali sono distanti. Insieme ai 2 seggi della Lega ticinese e al seggio del Movimento ginevrino ottengono con 102 voti la maggioranza assoluta alla camera del popolo. Lo spostamento a destra potrebbe ora modificare la composizione del governo a vantaggio dell’UDC. L’esponente del PBD Eveline Widmer-Schlumpf non ha ancora annunciato la sua ricandidatura, ma il suo seggio nell’esecutivo è seriamente minacciato se si opterà per la concordanza.
L’UDC ha superato in questa tornata il suo miglior risultato dei seggi conquistati nel 2007, ma il dato da sottolineare per il partito di Toni Brunner è in termini percentuali dove il partito ha sfiorato la soglia 30% dei voti con il 29.4%, salendo a 65 seggi. Il presidente Brunner ha commentato il trionfo con i temi da affrontare nella prossima legislatura: “Il flusso migratorio verso l’Europa, la politica d’asilo e i rapporti con l’UE, dossier che coinvolgono da vicino la cittadinanza.” L’UDC ha dominato centrando un risultato storico, grazie ai temi ripresi in campagna elettorale sulla migrazione e l’asilo sfogiati in una crisi internazionale di ondate migratorie, ma anche per un cambiamento di strategia. L’UDC è riuscita ad apparire con un’immagine meno aggressiva e cattiva che ha fatto breccia soprattutto tra i giovani.
In crescita di voti anche il PLR con il 16,4% (+1.3), che conferma la leggera progressione nei sondaggi e con tre seggi in più sale a 33. I radicali restano però lontani dall’obiettivo del presidente del partito Philipp Müller, di diventare il secondo partito. Müller è però soddisfatto per il risultato e ha dichiarato che il PLR appoggerà la richiesta dell’UDC di avere un secondo consigliere federale. Il successo del PLR lo deve al suo chiaro posizionamento in temi di economia che sono balzati all’attualità dopo la questione del franco svizzero. Nella prossima legislatura il PLR punterà a mantenere gli accordi bilaterali con l’Unione Europea. Su questo tema i radicali dovranno cercare accordi con la sinistra. Superare i contrasti con l’UDC non sarà dunque facile, ma per ottenere il massimo dalla vittoria elettorale UDC (che resterà isolata) e PLR dovranno trovare accordi in temi di politica economica e sociale.
Riesce a mantenere la sua base elettorale il Partito socialista (PS) con il 18.8% (+1), ma perde 3 rappresentanti al Nazionale (43 seggi). Per il presidente Christian Levrat il risultato delle elezioni, “non è la fine del mondo.” L’ultima legislatura per i socialisti è stata positiva su molte proposte grazie al sostegno del centro, ma nella prossima, secondo Levrat “sarà più difficile per temi come l’ecologia”. Difficoltà aumentate anche per il calo di consensi per il Partito ecologista svizzero (PES), che scende al 7,1% (-1,3) dei voti, con 4 seggi in meno (11). I Verdi non sono riusciti a conquistare più elettori perché il tema forte dell’ambiente non è tra i primi problemi da risolvere per l’elettorato. Neanche il tema della famiglia, cavallo di battaglia del PPD, ha convinto gli elettori nella campagna elettorale. I popolari continuano la loro discesa iniziata nel 1979 regredendo in queste elezioni all’11.6% (-0.7) e perdendo 1 seggio (28). Al partito di Darbellay è mancato un profilo politico (borghese conservativo o socialdemocratico in versione “leggera”?), ma anche le liti interne fra le correnti non hanno giovato al al partito. Sconfitte anche le forze emergenti del 2011. I Verdi liberali passano da 12 a 7 rappresentanti con il 4.6% dei consensi e il PBD scende a 4.1% conquistando 7 seggi, 2 seggi in meno. Il presidente del PVL, Martin Bäumle si prende “la responsabilità per la disfatta” e si è detto preoccupato per i temi ecologici, come la Strategia energetica 2050, che avranno più difficoltà. In un centro indebolito il PBD prova a mantenere la calma e punta alla difesa del seggio governativo di Eveline Widmer-Schlumpf.
Gaetano Scopelliti
Qualche info in più
Ecco alcuni dati interessanti sulle elezioni federali del 18 ottobre 2015
Chi osserva le elezioni in Svizzera?
Sono appena terminate le elezioni federali e solo nella città di Zurigo hanno partecipato ben 1’800 persone allo scrutinio. In precedenza sul giornale 20 Minuten il direttore delle elezioni della città di Zurigo, Stefan Mittl, aveva dichiarato che nonostante la complessità delle elezioni sono praticamente esclusi errori o pericoli di manipolazione. Innanzitutto questo sarebbe, secondo Mittl, il risultato di diversi meccanismi di controllo stabiliti dalla città stessa, il controllo lo effettuano però anche osservatori elettorali. In Svizzera per le ultime elezioni federali della scorsa domenica erano presenti osservatori elettorali dell’OSCE, che avevano pieno accesso agli uffici elettorali.
Record di donne nel Consiglio nazionale
Mai sono state elette così tante donne in Consiglio nazionale come quest’anno. Ad oggi ce ne sarebbe 64, pari al 32% dei seggi. Il calcolo – effettuato dall’ats – è tuttavia provvisorio, poiché alcune interessate parteciperanno al ballottaggio per gli Stati. Secondo l’ats inoltre con l’attuale percentuale la Camera del popolo avrebbe la più alta quota di donne da quando è stato loro riconosciuto il diritto di voto nel 1971. Nonostante questo sono ancora sotto-rappresentate, visto che oltre la metà della popolazione svizzera è di sesso femminile. Alla fine della scorsa legislatura al Nazionale erano presenti 62 donne. All’inizio dei quattro anni, nel 2011, ne erano state elette 58, parti al 29%. Il partito più “rosa” è il PS, con ben 25 deputate. L’UDC conta 11 donne su 65 seggi.
Affluenza alle urne
La partecipazione al voto delle scorse elezioni è stata del 47.9%. La quota più bassa in assoluto di elettori recatisi alle urne è stata registrata nel 1995 con il 42,2%. Dal 1979 l’affluenza si è sempre situata sotto il 50%.
Nazionale più vecchio
In seguito alle elezioni federali 2015 il Consiglio nazionale è invecchiato: l’età media dei 200 deputati, secondo calcoli dell’ats, è di 50,3 anni. Quattro anni fa era di 49,33 anni.
Per quel che riguarda i 64 consiglieri eletti per la prima volta, l’età media si situa a 48,77 anni. I loro 136 colleghi hanno in media 51,02 anni.
L’ats inoltre riporta che la maggioranza dei membri della Camera del popolo ha un’età compresa fra i 50 e i 59 anni, un dato simile a quello del 2011. Cresciuta è in compenso la presenza di over 60: in totale sono 40, contro i 28 dei quattro anni fa. Dimezzati risultano invece i deputati fra i 20 e i 19 anni, rimasti solo in quattro, rispetto agli otto del 2011.
Il consigliere nazionale più vecchio, con 73 anni, è l’argoviese Maximilian Reimann (UDC), che ha iniziato la sua carriera alla Camera del popolo nel 1987, con una parentesi agli Stati fra il 1995 e il 2003. La più giovane è invece la neo eletta ginevrina Lisa Mazzone (Verdi), con i suoi 27 anni.