“Siamo tutti scandalizzati per i peccati e i fallimenti di alcuni membri della Chiesa, particolarmente di coloro che furono scelti in modo speciale per guidare e servire i giovani”.
Lo scrive Benedetto XVI nella sua Lettera Pastorale sugli abusi sessuali. Secondo il Papa, “solo esaminando con attenzione i molti elementi che diedero origine alla presente crisi è possibile intraprendere una chiara diagnosi delle sue cause e trovare rimedi efficaci.
Certamente, tra i fattori che vi contribuirono possiamo enumerare: procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa; insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati; una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona”.
Secondo il Papa, ora “bisogna agire con urgenza per affrontare questi fattori, che hanno avuto conseguenze tanto tragiche per le vite delle vittime e delle loro famiglie e hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione”.
In un passaggio della Lettera, il Pontefice delinea anche un contesto, quello della secolarizzazione ‘assecondata’ da un’errata lettura del Concilio, che ha portato all’indebolimento della fede anche all’interno della Chiesa ed ha così di fatto favorito delitti e coperture.
“Si è verificato – spiega – un rapidissimo cambiamento sociale, che spesso ha colpito con effetti avversi la tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici”.
“Molto sovente – osserva ancora Benedetto XVI – le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fede e la rendono capace di crescere, come ad esempio la frequente confessione, la preghiera quotidiana e i ritiri annuali, sono state disattese”.
Per Ratzinger, “fu anche determinante in questo periodo la tendenza, da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo”.
“Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano – denuncia – fu a volte frainteso e in verità, alla luce dei profondi cambiamenti sociali che si stavano verificando, era tutt’altro che facile valutare il modo migliore per portarlo avanti”.
In particolare, per Bendetto XVI, “vi fu una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, ad evitare approcci penali nei confronti di situazioni canoniche irregolari”. “È in questo contesto generale – ragiona nella Lettera il Papa – che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell’abuso sessuale dei ragazzi, che ha contribuito in misura tutt’altro che piccola all’indebolimento della fede e alla perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti”.
Il Pontefice si rivolge direttamente ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi: “Avete tradito la fiducia riposta in voi dai giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure ai tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell’Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell’Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni.
Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa”.
Ma il passo più toccante è quello che Benedetto XVI dedica alle vittime e ai loro familiari: “Avete sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata”.
La circostanza che le denunce non abbiano trovato ascolto, ha aggiunto il Pontefice, e che quindi molti di coloro che sono state vittime abbiano percepito “che non vi era modo di fuggire alle sofferenze”, ha peggiorato ulteriormente una vicenda già di per sè gravissima.
“È comprensibile – aggiunge il Pontefice rivolgendosi alle giovani vittime degli abusi – che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza”.
La lettera pastorale di Papa Benedetto XVI alla Chiesa d’Irlanda sulla crisi degli abusi sessuali non cerca scusanti ed è un documento molto onesto che rimane concentrato sulla Chiesa, sulle responsabilità dei suoi membri e sulle sofferenze provocate agli altri, senza voler scaricare altrove la problematica, ha sottolineato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.
Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitsch, ha commentato quanto detto da Benedetto XVI ai cattolici irlandesi: “È valido anche per tutta la Chiesa ed è chiaramente un messaggio anche per noi in Germania”.
È sicuramente la prima volta che un Papa affronta così, senza perifrasi, la questione pedofilia nella Chiesa, senza nascondere le responsabilità dei vertici, versando lacrime sincere per le vittime.
Vittime che Ratzinger si dice pronto ad incontrare in futuro come già in passato è avvenuto in altre circostanze.